Il centrodestra dopo Berlusconi

Per i partiti della coalizione di governo, continua la luna di miele con gli elettori che li hanno premiati alle Politiche del 25 settembre 2022. Tutti gli istituti demoscopici, “loro malgrado”, registrano una continua crescita delle intenzioni di voto per i partiti alleati.

Il balzo in avanti di Forza Italia è stato rilevato da tutti i sondaggisti, ad eccezione di Swg, che cura i sondaggi politici per il Tg di La7 di Enrico Mentana. Dopo la scomparsa del suo fondatore, la crescita nei sondaggi d’opinione è risultata ancora più marcata rispetto agli altri partiti alleati. Molti “opinionisti” accreditano il balzo nelle intenzioni di voto agli azzurri per l’effetto emotivo conseguente alla morte improvvisa di Silvio Berlusconi. Non so se sia reale la loro convinzione o se si tratti di un desiderio inconscio. Considerano l’incremento dei voti potenziali al partito più moderato della coalizione di centrodestra come momentaneo. Ritengono che, senza il padre fondatore, “il partito personale” sia destinato a smembrarsi. Ipotizzano un fuggi-fuggi dei deputati e dei senatori azzurri verso Fratelli d’Italia o verso la Lega. Non considerano attrattive, in questo momento politico, né Italia viva di Matteo Renzi, né tantomeno Azione di Carlo Calenda. La ragione è semplice: difficilmente i senatori o i deputati lasciano partiti di maggioranza di governo per confluire in partiti dell’opposizione.

L’effetto emotivo relativo alla morte di Berlusconi sicuramente c’è stato. Se le intenzioni di voto, registrate dai sondaggisti, in forte crescita per Forza Italia, si confermeranno nelle urne, lo sapremo alle prossime elezioni europee che si terranno nella primavera del 2024. I partiti centristi, che in linea teorica avrebbero potuto beneficiare dalla perdita del fondatore di Forza Italia, stanno invece perdendo consensi. In realtà, il desiderio delle penne rosse è quello di cercare di incrinare la maggioranza per indebolire un esecutivo che, nelle condizioni date, può governare per l’intera legislatura. Politici accorti come Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono consapevoli che cercare di ingrossare le loro fila in Parlamento con qualche transfuga da Forza Italia non è funzionale a mantenere un esecutivo forte e coeso. Anzi, rischia di indebolirlo. Un altro aspetto che deve essere considerato è che l’elettore di centrodestra è trasversale ai partiti della coalizione.

Quando è nato il centrodestra di governo nel 1994 il partito preponderante era Forza Italia, successivamente si è spostato sulla Lega e alle recenti Politiche ha premiato Fratelli d’Italia. La maggioranza dell’elettorato passivo che guarda al centrodestra – che è maggioranza politica nel Paese – ha alternato il proprio voto sempre nell’ambito dei partiti alleati, modificando solo i rapporti di forza. Quale potrebbe essere l’interesse di Meloni o di Salvini di scardinare un partito leale alla coalizione di governo? Nessuno! Forza Italia ha da tempo consolidato uno zoccolo duro di elettorato tradizionalmente moderato e per questo rappresenta un presidio fondamentale e determinante per vincere le elezioni: sia alle Politiche che alle Amministrative. È, inoltre, il partito referente in Italia del Partito popolare europeo che alle prossime Europee darà le carte insieme ai conservatori e ai liberali per il governo dell’Europa.

Il paradosso è che partiti di centro come Italia viva, per poter contare, dovranno necessariamente guardare a Forza Italia, almeno fino a quando ci saranno all’opposizione partiti massimalisti come il Partito democratico di Elly Schlein e i Cinque Stelle di Giuseppe Conte.

Aggiornato il 21 giugno 2023 alle ore 10:37