Dallo “stile Letta” all’oltranzismo della Schlein

Non neghiamo (come ancora si ostina a fare qualcuno) che, con Elly Schlein alla segreteria nazionale, quello che una volta era il Partito Democratico si ritrova sulla strada dell’inesorabile non ritorno. O, almeno, la nuova segretaria sembra voler stravolgere il partito, correndo anche il serio rischio di dover affrontare l’ennesima scissione. Altro che nuova sinistra: il Pd rischia di trasformarsi in una serie di serbatoi politicamente naturali dai quali le altre forze attingeranno quanti più consensi possibili.

Alla fine delle giostra, la vera questione rischia di diventare anche un’altra: la parte del partito di Schlein che farà comunella con il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte, sarà in grado di “comandare” la nuova composita coalizione o si ritroverà a ricoprire il ruolo di sparring partner dell’ex presidente del Consiglio?

Di certo, non saranno tantissimi quelli disposti a passare dal Pd “stile Letta” a quello più “oltranzista” di Schlein. A quest’ultima, all’indomani delle ultime elezioni amministrative, sono stati inviati i primi segnali di sfiducia che l’interessata ha respinto, chiedendo del tempo in più per prepararsi ad affrontare le consultazioni elettorali europee del 2024; non tanto per vincerle, quanto per uscirne con le ossa il meno rotte possibile.

Aggiornato il 01 giugno 2023 alle ore 10:25