Ancorotti: “Gli Its sono di serie A, servono maggiori investimenti”

Renato Ancorotti è stato eletto senatore con Fratelli d’Italia in occasione delle elezioni politiche del settembre 2022. Da novembre 2022 è membro della 9ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare).

Da sempre orientato ai temi del welfare aziendale, alla responsabilità sociale d’impresa e vicino al territorio, nel 2009 fonda la Ancorotti Cosmetics, oggi azienda leader mondiale nella produzione di mascara e make-up.

Parliamo con lui dell’importanza della formazione dei giovani, in funzione dell’accesso al lavoro e al ruolo primario che potrebbero avere gli Istituti Tecnici Superiori (Its).

Senatore, pochi giorni fa il ministro Valditara ha parlato dell’importanza di investire maggiormente sugli Its, sulla base del modello tedesco. Come vede questa apertura da parte del ministro dell’Istruzione?

Guardi, il ministro Valditara parlando degli Its è arrivato al nocciolo della questione: in Germania esistono più di 800 corsi tra Its e Ifts. La differenza con gli Its (della durata di due anni) è che i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) durano un anno. Bisogna ribadire che in entrambi i casi si tratta di corsi di serie A, che andrebbero maggiormente sviluppati e propagandati dalla scuola stessa. Anche i professori dovrebbero essere maggiormente consapevoli del percorso formativo che questi corsi garantiscono in modo da incentivare la giusta informazione tra gli studenti e le loro famiglie. Ancora oggi si pensa che la laurea sia più qualificante. Ma sia gli Ifts che gli Its non precludono affatto l’accesso al mondo universitario. Anzi. Dopo due anni di Its ci si può iscrivere al terzo anno del corso di laura, ovviamente inerente alla materia studiata nell’Its. Stessa cosa vale per Ifts: finito l’anno si può accedere al secondo di un Its per poi proseguire ulteriormente negli studi.

La differenza, quindi, non verte sulle possibilità di approfondire gli studi, ma tocca la questione centrale dell’accesso al mondo del lavoro da parte dei giovani.

Assolutamente sì. Gli Its sono finalizzati a questo anche perché nascono in base alle richieste specifiche delle aziende: sono i bisogni delle aziende che si sono trasformati in formazione per sopperire alla carenza di personale che sta via via aumentando e si sta espandendo a macchia d’olio in tutti i settori. Tra l’altro la percentuale di assunzioni a seguito di uno di questi percorsi formativi tocca l’80 per cento: un numero altissimo e molto positivo.

Lei, tra l’altro, è il nuovo presidente della Fondazione Its Nuove Tecnologie per il Made in Italy, il più grande polo in Lombardia. Che progetti ci sono per il futuro?

A Cremona, come Confindustria abbiamo mappato grazie a Master Plan 3C (ovvero Cremona, Casal Maggiore e Crema) i 4 ambiti di maggiore interesse nonché di eccellenza del territorio: meccanica, cosmesi, agroalimentare e musica.  Ovviamente si possono fare anche altri Its, come nel caso del turismo, ma bisogna tentare di non disperdere le risorse. Perché ogni singolo corso richiede uno spazio adeguato: è importante creare dei laboratori di grandissima eccellenza che risponda ai bisogni delle aziende, dandogli dei servizi, e che aiutino a formare gli studenti dandogli gli strumenti necessari.

Lo ripeto, gli istituti tecnici superiori sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica e una delle sfide che dovremo affrontare sarà comunicare al meglio le opportunità offerte da questo percorso che non è assolutamente un ripiego per chi non vuole studiare, ma anzi offre una formazione altamente qualificante e che non preclude in nessun modo l’accesso all’università.

Purtroppo, ancora oggi c’è la concezione che questi percorsi siano di serie B. Mentre invece sono un apripista per il mondo del lavoro, cosa che la laurea oggi non garantisce.

Servirebbe un cambio di approccio culturale, facendo un’adeguata informazione, proprio come ha fatto la Germania: rendendo attrattiva questo tipo di offerta.

Proprio per questo c’è un progetto molto importante per riqualificare l’ex fabbrica Olivetti.

L’obiettivo è renderlo un campus altamente innovativo nell’ambito della ricerca, sviluppo e formazione, creando connessioni con il tessuto urbano circostante. Insieme all’ex Olivetti, ci sarà un intervento consistente anche per la riqualifica del parco dell’area ex Cascina Pierina: inizialmente si interverrà sulle aree verdi con, anche, la creazione di percorsi pedonali e l’implementazione dell’illuminazione e delle aree attrezzate.

Il nostro progetto di riqualificazione si pone come obiettivo a lungo termine di creare un modello da replicare anche su tutto il resto del territorio nazionale. L’investimento sui giovani vuol dire investire anche sugli hub studenteschi. Naturalmente ci vuole tempo, ma bisogna sempre guardare al futuro.

Tutto questo nel tentativo di innescare quel circolo virtuoso che porta le aziende stesse ad investire nella formazione e nelle strutture necessarie per la stessa, al fine di coprire la richiesta di personale qualificato che poi è alla base dell’eccellenza del Made in Italy.

Senatore, dato che parliamo di giovani, formazione e accesso al mondo del lavoro, mi fa un commento sulla situazione degli studenti che si accampano con le tende davanti alle università?

Certo, ci sono delle situazioni molto difficili. Se uno studente viene da Potenza a Milano chiaramente la situazione che vive è altamente impattante. Ma credo che in molti casi ci si marci un po’ sopra: gli anni degli studi implicano dei sacrifici. E sono tanti gli studenti che percorrono dai 20 a 50 chilometri al giorno per poter studiare e non si lamentano, anzi sono grati per l’occasione che hanno. Credo che vada rivalutato in senso positivo lo spirito di sacrificio, necessario per raggiungere risultati di eccellenza.

Aggiornato il 26 maggio 2023 alle ore 21:05