La terribile alluvione che si è riversata sul Veneto e sull’Emilia-Romagna, con il portato di vittime e disastri ambientali, sociali ed economici, dà la stura per smascherare definitivamente cosa sia un certo ambientalismo catastrofista tanto in voga ai tempi nostri. Esso non è altro che una credenza ecognostica. Nulla di scientifico o di apprezzabile dal punto di vista della conoscenza dei fatti. Si basa infatti su una arcana interpretazione della realtà.
A suffragare questa considerazione ci viene in supporto un noto ateo, Achille Occhetto, ultimo segretario del Partito Comunista Italiano, colui che ne avviò la transizione verso l’odierno Partito Democratico, il quale in una trasmissione televisiva si è lanciato in una dichiarazione apocalittica degna di un profeta della catastrofe dei tempi “belli” (per loro): quando gli uomini vivevano nelle capanne, sognavano fate e orchi e temevano il fulmine di Zeus o il martello di Thor.
Nel silenzio della segretaria democratica Elly Schlein in collegamento esterno, dei conduttori David Parenzo e Concita De Gregorio, Occhetto ha affermato con tono da aruspice “è stato il Signore che ha creato la terra, che da tempo vedeva questi ragazzi che con la vernice lanciavano allarmi ma erano inascoltati. E allora il Signore ha detto loro: ci penso io a fare capire chi non vi ascolta. E ha fatto come quando mandò l’invasione delle cavallette. Così in tre giorni ha inviato la pioggia di sei mesi”. Tutto fin troppo chiaro: Dio, in cui però lui dice di non credere (fatti suoi, ma siccome lo afferma nella stessa intervista lo precisiamo), avrebbe scatenato la sua furia contro veneti ed emiliani perché responsabili di non avere ascoltato i vaticini degli “ecoimbrattatori” che li avrebbero messi in guardia dalla sua furia vendicatrice.
È naturale porgli qualche domanda: perché lei che si dice ateo adesso tira in ballo il Padre Eterno invece di parlare delle possibili responsabilità di chi l’Emilia-Romagna l’amministra dai tempi di Mosè? E visto che le previsioni meteorologiche sono più accurate dei tempi dell’antico Egitto, cavallette permettendo, il sistema regionale di protezione civile dal 1970 ad oggi cosa ha fatto per minimizzare gli eventuali danni del maltempo?
Questi signori forse pensano di abbacinare il prossimo con teorie sul clima che evidentemente sono quantomeno discutibili sul piano della logica, visto che il grado di attendibilità delle previsioni meteo decresce progressivamente in funzione del tempo, tanto da non essere nemmeno una tendenza di previsione dopo 15 giorni. Figuriamoci se poi, partendo dall’instabilità meteorologica, si può far diventare una “certezza” che il cambiamento climatico, che nessuno qui nega, sia dovuto a cause antropiche con una proiezione catastrofistica nell’arco di cinquanta anni.
Il professore Franco Prodi (fratello del più noto Romano), fisico dell’atmosfera e esperto climatologo tra i più autorevoli al mondo, ci dice che “il clima non può non cambiare. Per ragioni astronomiche, astrofisiche, il clima deve cambiare. La frase che tutto dipende dall’uomo è non vera”. “Il fatto di lanciare – aggiunge lo studioso – questo allarmismo basato sulla Co2 è non scientifico. Farebbero bene a studiare i giovani, a studiare di più, a studiare il ciclo climatico che è complesso. (...) Non è possibile con la conoscenza attuale del sistema clima quantificare quant’è l’effetto antropico. (...) siamo in un sistema fisico molto complesso, che non è ancora conosciuto completamente”.
Allora in forza di quale modello fisico-matematico questi “ecooracoli” riescono a predire la fine del mondo nell’arco di 50 anni se non si interviene come propongono loro? Sarebbe interessante che lo rendessero disponibile a tutti e non solo a chi ha “particolari” conoscenze.
Non è casuale che proprio l’ultimo comunista, l’ateo Occhetto, si avventuri in profezie oracolari e spiegazioni metafisiche degli eventi naturali. Infatti, riemerge forse inconsapevolmente, quella componente gnostico misterica che era presente già nel marxismo e che è pari pari passata all’“ambientalismo verdista” di oggi. Ambedue le ideologie utopiste, marxismo ed ecologismo, sono capaci di presentare al grande pubblico una formula per la salvezza del mondo, accompagnandola con un atteggiamento da chiaroveggenti tipico degli gnostici, i quali proclamano ad alta voce di sapere quali siano i mezzi per mettere al sicuro prima il pianeta e poi forse il genere umano che però viene indicato come la causa della distruzione della Terra.
D’altronde da tempo i loro progenitori culturali sono diventati quasi delle divinità, tanto che per anni i loro accoliti hanno sostenuto che non era Marx che aveva sbagliato previsioni, anche di fronte ai disastri umani, sociali ed economici che aveva causato dovunque fosse stato sperimentato il comunismo, ma solo la sua applicazione concreta, che essendo stata pervertita in qualche aspetto se ne aveva pregiudicato la corretta attuazione.
Ed il nemico finale in tutta la vicenda ritorna ad essere così anche oggi l’individuo, la sua libertà e la sua proprietà. Questa tragedia sta mettendo senza dubbio in evidenza le criticità di un territorio naturalmente esposto a simili disastri per la conformità dello stesso, ma anche la sottovalutazione del pericolo. E qualcuno vuole pure giocare a dare la colpa di tutto alle persone che per diverse esigenze concrete abitano nei piani bassi delle abitazioni, magari le sole che possono permettersi.
Certo ora è il tempo degli aiuti e del sostegno a coloro che hanno perso tutto durante l’alluvione, poi sarà quello dell’analisi del perché, speriamo su base oggettiva e scientifica ed infine quello delle precauzioni per il futuro.
L’Occidente ha pensato troppo sbrigativamente di essersi liberato con la filosofia di molte superstizioni, ma come evidentemente ora viene fuori non sembra essere così e queste vengono adesso utilizzate per colpire proprietà e libertà in nome di una nuova credenza pseudoreligiosa, “l’ecognosticismo”, che ha nei vaticinatori social e radiotelevisivi i suoi sacerdoti.
È l’ennesima rivolta totalitaria contro la libertà e la ragione: questa volta in nome dell'ecologia. Termine coniato da Ernst Haeckel, darwiniano acceso e per molti studiosi teorico del razzismo scientifico e del monismo, un miscuglio di scienza, filosofia e religione in cui si sostiene che sostanza e spirito siano un'unità che rende manifesto il mondo, attraverso una ciclica ed eterna evoluzione per il quale Haeckel immaginò l’istituzione di riti e santuari realizzati dalla riconversione di musei o chiese cristiane, in cui i suoi proseliti avrebbero potuto adorare la natura. Addirittura, in occasione di un congresso svoltosi a Roma nel 1904 fu acclamato “antipapa”. Una concezione che accomuna così la componente biologica a quella mistico religiosa che avrebbe, come scrive Peter Lang in The Scientific Origin of National Socialism: Social Darwinism in Ernst Haeckel and the German Monist League, Mac Donald, 1971 e in Haeckel's Monism and the Birth of Fascist Ideology. New York 1998, influenzato e suffragato non poco le agghiaccianti teorie del nazionalsocialismo hitleriano.
Infine, ritengono i vati del cambiamento climatico, che l’affermazione dell’identità “ambientalista”, secondo la logica di Hegel (tra i più osannati dei nemici della società aperta), si manifesti unitamente alla sua negazione (cioè chi non la pensa come loro) fa sì che essa stessa “generi il nemico” da combattere ed abbattere: l’individuo autosovrano.
Pertanto se queste posizioni dovessero prevalere sulla libertà di pensiero, sulla ragione e sulla scienza, che come tale non è mai definitiva ma sempre fallibile e confutabile, c’è il rischio concreto di un ritorno al tribalismo magico e di un nuovo totalitarismo, fondato questa volta su un culto misterico “ecologista” ed “ecognostico” e a quel punto solo un Dio ci potrà salvare per dirla con Martin Heidegger.
Aggiornato il 26 maggio 2023 alle ore 09:22