Davvero il Parlamento europeo protegge i bambini?

Il Parlamento europeo ha approvato un emendamento alla Risoluzione sullo Stato di diritto per il 2022 che contesta la circolare del Governo italiano con cui i sindaci sono stati richiamati al rispetto degli orientamenti della giurisprudenza sulla contrarietà all’ordine pubblico della trascrizione di accertamenti esteri di rapporti genitoriali tra il bambino e il committente privo di legame biologico con lo stesso, in caso di nascita da madre surrogata.

In proposito, il Centro Studi Livatino rileva che la soluzione elaborata dalla giurisprudenza italiana – da ultimo dalle Sezioni Unite della Cassazione a dicembre di quest’anno – per la quale l’unica strada che realizza appieno la tutela del nato è la formalizzazione del rapporto col committente privo di legame biologico a seguito di un accertamento giudiziale di conformità al superiore interesse del minore. Al contrario, il riconoscimento automatico della genitorialità accertata all’estero secondo le Sezioni Unite della Cassazione “non è funzionale alla realizzazione del migliore interesse del minore, attuando semmai quello degli adulti che aspirano ad avere un figlio a tutti i costi”. Inoltre, sempre secondo le Sezioni Unite, la soluzione italiana è in linea con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo giacché per quest’ultima, “in un ordinamento che disapprova la gestazione per altri, non è affatto necessario che il rapporto del nato da madre surrogata con il committente privo di legame genetico con esso sia formalizzato ab initio mediante trascrizione del provvedimento estero che ne accerti il carattere genitoriale”.

La risoluzione del Parlamento europeo, peraltro, deve ritenersi priva di effetti vincolanti per lo Stato italiano e travalica in modo manifesto le competenze assegnate dagli Stati membri all’Unione Europea. Un intervento, dunque, del tutto errato nella sostanza, non vincolante nella forma e privo di presupposti giuridici.

Aggiornato il 31 marzo 2023 alle ore 13:28