Mafia, Mattarella: “Don Diana è stato un eroe dei nostri tempi”

Sergio Mattarella ha ricordato don Giuseppe Diana, nel 29° anniversario della morte. Il prete anticamorra è stato ucciso il 19 marzo 1994. Il presidente della Repubblica è intervenuto a Casal di Principe alla celebrazione della Giornata in memoria delle vittime di mafia. “Oggi – ha detto il capo dello Stato – l’Italia ricorda tutti i caduti per mano della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta. Donne e uomini che hanno sfidato la prepotenza mafiosa, rifiutandosi di sottostare alla paura e alla sopraffazione. Cittadine e cittadini coraggiosi, fedeli al senso del dovere e alla propria dignità personale. Tra le vittime anche bambini, uccisi per errore o per vendetta. La mafia è violenza ma, anzitutto, viltà. I mafiosi non hanno nessun senso dell’onore né coraggio. Si presentano forti con i deboli. Uccidono persone disarmate, organizzano attentati indiscriminati, non si fermano davanti a donne e a bambini. Si nascondono nell’oscurità”.

Mattarella si è rivolto ai ragazzi. “Prima di venire qui, nella vostra scuola, mi sono recato al cimitero, davanti alla tomba di don Peppino Diana, dove ho incontrato i suoi familiari. Don Peppino era un uomo coraggioso, un pastore esemplare, un figlio della sua terra, un eroe dei nostri tempi, che ha pagato il prezzo più alto, quello della propria vita, per aver denunciato il cancro della camorra e per aver invitato le coscienze alla ribellione. Don Diana aveva compreso, nella sua esperienza quotidiana, che la criminalità organizzata è una presenza che uccide persone, distrugge speranze, alimenta la paura, semina odio e ruba il futuro dei giovani. Usava parole cariche di amore. Parole chiare, decise, coraggiose. Dopo l’uccisione di un innocente disse: Non in una Repubblica democratica ci pare di vivere, ma in un regime dove comandano le armi. Leviamo alto il nostro No alla dittatura armata. È esattamente così come diceva. Le mafie temono i liberi cittadini. Vogliono persone asservite, senza il gusto della libertà”.

Mattarella ha scandito: “È con grande partecipazione che mi rivolgo a voi, ragazze e ragazzi, che vivete la vostra giovinezza in questa terra, in passato così duramente ferita dalla presenza della criminalità organizzata. E che adesso è protagonista di una stagione straordinaria di fermento e di riscatto. Cari studenti, questo incontro è dedicato a voi, che siete testimoni di speranza. La lotta alle mafie riguarda tutti, ciascuno di noi. Non si può restare indifferenti, non si può dire: non mi riguarda. O si respingono con nettezza i metodi mafiosi o, anche inconsapevolmente, si rischia di diventarne complici. Battere la mafia – ha ribadito il capo dello Stato – è possibile. Lo diceva Giovanni Falcone: La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”.

Aggiornato il 21 marzo 2023 alle ore 17:07