Gli antitaliani

La tragica fatalità non è contemplata nel lessico dei media schierati in maniera pregiudiziale contro l’esecutivo presieduto da Giorgia Meloni. Le tragedie che si sono verificate a Steccato di Cutro e al largo delle coste libiche, in acque Sar di competenza della Libia, vengono in maniera più o meno esplicite addebitate al governo italiano. Pur di attaccare il governo le sinistre e le “penne rosse” al loro servizio permanente ed effettivo sono pronte a negare l’evidenza. Per costoro i dicasteri dell’esecutivo di centrodestra sono presieduti da ministri privi di “umanità” e i naufragi sono da addebitare al ministero dell’interno e al ministro delle infrastrutture e dei trasporti per “responsabilità oggettiva”. Alcune testate giornalistiche hanno addirittura titolato “strage di stato”. Una scrittrice (ignoro i libri che ha scritto) tale Ginevra Bompiani è arrivata, nella trasmissione “quarta repubblica” condotta da Nicola Porro, ad accusare la capitaneria di porto di non aver soccorso i naufraghi perché “è cambiata l’aria” da quando c’è un governo di centro destra. Manca solo il ricorso al tribunale dell’Aia per incolpare il governo italiano per “crimini contro l’umanità”.

La realtà è che i fatti, che dovrebbero essere separati dalle opinioni, palesano lo sforzo immane, con ogni mezzo, che sta sostenendo l’Italia per far fronte a flussi migratori imponenti che stanno mettendo in crisi le pur collaudate strutture di prima accoglienza. Gli europeisti, senza se e senza ma, nulla hanno da ridire sul comportamento dei Paesi dell’Ue che si voltano dall’altra parte quando l’Italia chiede collaborazione nella gestione degli sbarchi e dei ricollocamenti dei migranti. Gli arrivi, senza soluzione di continuità, di barchini dalle coste libiche e dalla Tunisia hanno messo in ginocchio il sistema di soccorso e di prima ospitalità di Pantelleria, Lampedusa e della stessa Sicilia. I flussi che provengono dal corridoio dei Balcani è un dramma che deve solo affrontare la Calabria.

L’Europa dell’attuale nomenklatura si limita a mere dichiarazioni di principio senza un’azione concreta a sostegno dei confini sud del Vecchio continente. Non ricordo, da quando seguo la politica, un evento negativo che per gli opinionisti à la carte non sia stata “una tragedia annunciata”, o “il si poteva evitare” oppure occorre individuare “le colpe”. Il primo effetto è l’intervento della magistratura, che senza indugio, apre un fascicolo d’indagine motivandolo come un “atto dovuto”. L’obiettivo evidente è quello di screditare il nostro Paese per meschine ragioni di opportunismo politico. I messaggi che vengono veicolati all’unisono ricordano la massima “ripetete una bugia, cento, mille un milione di volte e diventerà una verità”!

Aggiornato il 15 marzo 2023 alle ore 11:44