Si avvicinano le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo in un momento di grave crisi delle stesse istituzioni che governano il Vecchio Continente. Il sistema bizantino che disciplina e regola le decisioni della governance è ormai incompatibile con un sistema politico dei diretti competitor (Usa, Cina e India) che corrono come una “gazzella” mentre l’Europa si muove come un “elefante”. L’Unione europea è percepita, e a ragione, come lontana dalle esigenze concrete dei cittadini europei. Si vedono imporre regole calate dall’alto senza un reale mandato degli elettori. Attua politiche che somigliano più a un regime socialista piuttosto che un sistema politico realmente democratico. La differenza rispetto ai Paesi del socialismo reale è che loro attuavano i piani di sviluppo quinquennali mentre il dirigismo europeo pianifica rivoluzioni green a trent’anni.
Piani inderogabili che vengono elaborati sulle spalle dei cittadini europei senza valutare l’impatto economico e sociale. Le democrazie compiute prevedono competizioni elettorali tra partiti o coalizioni di partiti che hanno visioni e strategie diverse della società. Le politiche economiche, fiscali e sociali sono diametralmente opposte tra governi di centrodestra che sono ispirate alla libertà di impresa, al contenimento della spesa pubblica e alla riduzione del carico fiscale. Tutto è consentito a eccezione di quanto è espressamente vietato. Principi liberisti e liberali che sono il fondamento dei conservatori del mondo occidentale. In contrapposizione, i governi di centrosinistra auspicano un maggiore interventismo dello Stato in economia, maggiore spesa sociale assistenziale che comporta necessariamente un incremento dell’imposizione fiscale e contributiva sulle imprese e le famiglie.
Storicamente i repubblicani americani o i tories inglesi hanno perseguito politiche di risanamento delle finanze pubbliche attraverso una riduzione delle tutele sociali del Welfare State. Al contrario, il Partito democratico, i laburisti e i socialisti hanno perseguito politiche di incremento delle imposte per redistribuire sotto forma di sussidi e di assistenza sociale i cittadini. Ultima fase della presidenza americana, Joe Biden che ha pianificato l’innalzamento delle imposte, docet. Qual è il regime politico che attualmente governa l’Europa? Qual è il programma politico dell’esecutivo europeo? Può essere considerato un regime democratico quello che prevede il “diritto di veto” di uno Stato membro che può bloccare qualsiasi decisione? Più che un governo democratico sembra un condominio dove per prendere decisioni assembleari occorrono: maggioranze semplici, qualificate e in alcuni casi l’unanimità dei condomini. I partiti di centrodestra che governano in Italia, anche se il sistema di elezioni al Parlamento europeo è proporzionale, devono predisporre un comune programma di governo da portare al futuro Europarlamento. Cercare un coordinamento con gli altri partiti conservatori dei Paesi membri per cercare di determinare una maggioranza omogenea nel Parlamento europeo funzionale ad una riforma dell’Unione europea. Senza una riforma strutturale della governance, la Ue continuerà ad essere lontana dal sentire dei cittadini e resterà un “gigante economico ma un nano politico”!
Aggiornato il 13 marzo 2023 alle ore 14:06