L’arroganza inaccettabile del leader ucraino

C’è qualcosa di inaccettabile nell’atteggiamento che ha assunto il presidente ucraino nei confronti dei leader occidentali che stanno letteralmente svenando i contribuenti dei loro Paesi per sostenere militarmente, economicamente e finanziariamente l’Ucraina. Per essersi schierati contro l’invasione russa, le famiglie e le aziende, hanno visto lievitare i costi dell’energia che hanno ridotto il reddito disponibile delle famiglie e hanno messo in crisi interi comparti con particolare riferimento alle imprese cosiddette energivore. Il nuovo “eroe” del ventunesimo secolo, esige con una certa arroganza non solo gli aiuti, ma dà pagelle ai leader, sul loro grado di affidabilità e di lealtà assoluta alla sua causa. Volodymyr Zelensky si sente creditore morale e sostanziale nei confronti dei Paesi che lo aiutano a spese dei loro cittadini. Chi osa mettere in discussione le sue politiche è messo all’indice dal “custode della verità assoluta e al campione dei valori democratici dell’Occidente”.

I valori democratici del mondo libero sono rappresentati dal presidente ucraino? Parrebbe che governi il Paese con atti d’imperio che non sono proprio compatibili con le democrazie dei Paesi liberali. La giustificazione dell’abolizione dei partiti politici di opposizione e del dissenso vengono giustificate perché difende l’integrità territoriale dell’Ucraina ed è l’argine alle mire imperiali dello zar russo. Gli è stato permesso, senza colpo ferire, di criticare il Papa che per antonomasia è un uomo di pace e che cercava di trovare una mediazione per risolvere il conflitto russo-ucraino. Il presidente della Repubblica federale tedesca Frank-Walter Steinmeier è stato costretto a rinunciare al viaggio a Kiev dopo che Zelensky ha rifiutato la sua visita per il fatto che il capo di Stato tedesco aveva avuto “stretti legami con la Russia”. Legami che erano antecedenti all’elezione alla massima carica dello Stato e all’invasione russa del 22 febbraio 2022.

Visita poi “concessa” quando il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha superato le iniziali perplessità nel fornire armi. Inaudite sono state le dichiarazioni, in presenza di Giorgia Meloni, contro Silvio Berlusconi che è uno dei leader dei partiti della coalizione che governano l’Italia. Nazione che si è schierata a favore dell’invio di armi “difensive” quasi all’unanimità nel governo presieduto da Mario Draghi con il supporto di Forza Italia e quindi di Silvio Berlusconi. Sinceramente non mi è piaciuta la tiepida reazione che ha avuto la nostra presidente del Consiglio avverso il comportamento di Zelensky nei confronti del suo alleato Silvio Berlusconi. Atteggiamento di scherno che, forse non se ne è reso conto, ha cercato di minare l’esecutivo italiano cercando di mettere in contrapposizione Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Uno dei pregi che universalmente vengono riconosciuti alla premier italiana è la coerenza. Da leader dell’opposizione ha votato a favore del sostegno all’Ucraina e da presidente del Consiglio ha confermato gli aiuti. Tuttavia, l’elettorato italiano che ha votato la coalizione di centrodestra, gli ha conferito un pieno mandato per governare la nostra nazione, ripristinare il ruolo che compete all’Italia in Europa, anche in campo diplomatico, e tutelare gli interessi degli italiani.

Gli italiani sono per loro natura solidali e generosi con il popolo ucraino, ma non sono disposti sine die a donare il proprio sangue e ricevere come corrispettivo calci in faccia!

Aggiornato il 23 febbraio 2023 alle ore 11:00