Meloni-Scholz: intesa totale sul sostegno all’Ucraina

Giorgia Meloni entra per la prima volta da premier nel palazzo della Cancelleria tedesca. Viene accolta da Olaf Scholz con parole che mostrano la volontà, “forte” da entrambi i lati, di rafforzare le relazioni tra Roma e Berlino. Sulla politica a sostegno dell’Ucraina la sintonia è totale: “Fino a quando servirà” al popolo ucraino. Meloni conferma che sarà a Kiev prima del 24 febbraio. “L’Italia – ha detto la premier – ha fatto ogni sforzo per dare una mano a 360 gradi. Stiamo lavorando con la Francia sulla difesa missilistica, siamo arrivati al nostro sesto pacchetto di aiuti. Noi ci siamo e – assicura – non faremo mancare il nostro sostegno per arrivare al dialogo. Aiutare l’Ucraina per portare gli attori al tavolo”. Persino sui migranti c’è intesa tra i due leader. Nella convinzione che l’Europa debba agire “assieme”. “Siamo disposti – dice Meloni – ad aprire i nostri consolati in Africa per far fare domande regolari e poi distribuire chi può entrare. Diverso è gestire mescolando regolari, irregolari, profughi, immigrati economici come se fossero la stessa cosa”. Chi non ha diritto non può restare ma “servono vie legali” per gli ingressi, aggiunge il cancelliere, perché la Ue ne ha bisogno. Sui migranti, sintetizza Scholz, serve insomma “responsabilità” ma anche “solidarietà”.

Restano le distanze sulla risposta al piano anti-inflazione americano, nonostante la volontà espressa esplicitamente di cercare “soluzioni comuni”. Scholz però, marca una differenza sugli aiuti di Stato, che danno “possibilità di azione” per mantenere le imprese europee competitive. L’Italia predica invece “cautela” sullo, che rischia di svantaggiare i Paesi ad altissimo debito e di conseguenza minori margini fiscali. Meloni lo conferma al termine dell’incontro con Scholz dopo averlo puntualizzato da Stoccolma, prima tappa del suo mini-tour europeo in preparazione del Consiglio straordinario a Bruxelles della prossima settimana. Meglio, visto da Roma, rendere più “flessibile” l’utilizzo delle risorse già stanziate, dai fondi di Coesione (quelli non spesi dell’ultima programmazione e quelli del nuovo ciclo), il Repower Eu e anche il Pnrr che, ribadisce la premier italiana, “può essere meglio indirizzato, su alcune parti, per le priorità che abbiamo adesso”. L’importante è dare risposte “veloci”, mentre si spera che maturi anche l’idea di introdurre un nuovo “fondo sovrano” per sostenere le imprese del Vecchio continente. Da parte italiana si registra con favore un’apertura, da parte della Germania, ad evitare la “competizione tra Stati” e non entrare “in una gara mondiale di sussidi”, perché sarebbe divisivo. La parola chiave, insomma, è “flessibilità” e ricerca di un’intesa europea che non penalizzi nessuno. Anche se per Berlino si parte dalla proposta della Commissione che ha “spunti positivi”, cui vanno semmai apportati “alcuni miglioramenti”. “Cara Giorgia”, si rivolge comunque alla premier il Cancelliere, accorciando le distanze che anche la stampa tedesca aveva stemperato presentando la visita.

C’è la “determinazione” a portare avanti la cooperazione nonostante il cambio di governo, assicura Scholz, che rilancia anche le trattative per il Piano di azione Italia-Germania (sulla falsariga del Trattato del Quirinale con la Francia). “Germania e Italia – sostiene il cancelliere – sono due Paesi strettamente collegati, politicamente, economicamente come anche culturalmente” e “l’Italia rimane per tanti tedeschi un Paese della nostalgia e questo non è cambiato”. Mentre Meloni non si sottrae alla una battuta: il tedesco “lingua difficile, su cui ho fallito”. Il riferimento a sue frasi anti-Germania del passato rilanciate da una domanda di un cronista tedesco. La cooperazione tra due delle principali economie europee è “fondamentale” per l’Europa stessa, sottolinea la premier rilanciando il ruolo che l’Italia vuole assumere in chiave europea nella diversificazione delle fonti energetiche per liberarsi dalla dipendenza dalla Russia. Italia hub dell’energia e non più sola a fronteggiare i migranti, il racconto che ha portato la premier anche a Stoccolma.

Aggiornato il 04 febbraio 2023 alle ore 10:03