Rari sciocchi e comuni buffoni

Ai russi proprio non è andato giù il fatto che l’Italia, che a Mosca pensavano sarebbe stata l’anello debole dell’Occidente, sia sempre più agguerrita nel suo proposito di aiutare l’Ucraina a resistere e a vincere questa guerra, anche con il nuovo Esecutivo. Con Giorgia Meloni non c’è stato nulla da fare: conta l’interesse nazionale, che è quello di restare vicini a Kiev e alla Nato, nel novero delle democrazie liberali, e non ci sono russofilie o putinismi vari che tengano.

Questo fa talmente bollire di rabbia la nomenklatura russa che i gerarchi dell’autocrate di Mosca non hanno più remore ad attaccare frontalmente e ad insultare le istituzioni del nostro Paese. Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, nonché ex presidente della Federazione ed ex “delfino” di Vladimir Putin, Dimitri Medvedev, ha definito il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto, un “raro sciocco”. Il motivo? Le dichiarazioni del suddetto circa la necessità di armare Kiev per evitare l’estensione del conflitto e una potenziale Terza guerra mondiale, che scoppierebbe proprio nel caso in cui Mosca vincesse: se questa fosca ipotesi si verificasse, i russi sarebbero inarrestabili e non si farebbero più nessuno scrupolo ad andare oltre, spingendosi verso Ovest e arrivando a minacciare tutta l’Europa libera.

All’invettiva contro Crosetto, Medvedev ha ritenuto di unire anche una “sottile” analisi geopolitica: secondo il gerarca russo, se scoppiasse una Terza guerra mondiale non servirebbero tank e jet, perché tutto sarebbe ridotto in macerie. In più, rincara la dose, come aspettarsi qualcosa di diverso da un imprenditore “con un’istruzione superiore incompiuta” e che durante la pandemia “si sballava coi suoi vicini di casa a Downing Street”(il riferimento è ai britannici; ndr)?

Ovviamente il ministro Crosetto non ha bisogno di avvocati difensori, perché sa difendersi benissimo anche da solo, come ha dimostrato nella sua risposta piccata al gerarca russo: se essere sciocchi significa aiutare una nazione aggredita a difendersi, allora c’è da andarne fieri. Per il resto, è meglio essere dei “rari sciocchi” come Crosetto che dei comuni buffoni come Medvedev, il “delfino” relegato al ruolo di giullare alla corte dello zar, che nel disperato tentativo di riconquistare un potere e un’influenza perduti si diletta a sparare cretinate e a blandire il sovrano (o il tiranno in questo caso) atteggiandosi a grande statista. Medvedev non è altro che un mediocre piccolo burocrate che da filo-americano, amante del rock e degli hamburger, è stato costretto a diventare uno dei falchi della corte russa per compiacere lo zar, ma che essendo privo di qualunque dote e spessore morale, politico e intellettuale, non può far altro che adempiere alle sua funzione con le provocazioni, le minacce loffie e le imbecillità.

In secondo luogo, Crosetto avrà pure solo un diploma di scuola superiore (come la nostra premier del resto), ciononostante, intelligenza e grado di istruzione, capacità e titoli di studio, non necessariamente vanno di pari passo. Ci sono diplomati che nella vita riescono a fare grandi cose e che riescono a emergere, a distinguersi e ad arrivare in alto, come Crosetto o come Meloni; e ci sono laureati che, come Medvedev, sono sprovvisti di qualunque talento che non sia la bravura a “ungere” bene i propri superiori, che devono strisciare tutta la vita per avere un minimo di considerazione, che sono condannati a poter emergere solo con il lecchinaggio. Nelle società aperte e liberali, come quelle occidentali, si va avanti per merito e bravura; in quelle illiberali e chiuse, come quella russa, solo con la ruffianeria, come dimostra il caso di Medvedev, che in Occidente avrebbe potuto, al massimo, ambire a essere il classico passacarte arrogante che, da dietro uno sportello, si diverte a trattare male il malcapitato di turno.

Crosetto si “sballava” durante il Covid? Strano concetto di sballo quello di Medvedev, se secondo lui sballarsi significa bere un bicchiere e mettere un po’ di musica. Il “delfino” diventato saltimbanco, sballato e incapace ci è nato: questo lo sa bene anche Vladimir Putin, che se avesse avuto un’alta opinione del suo tirapiedi non l’avrebbe relegato a una funzione poco più che rappresentativa nello Stato russo, dall’alto della quale Medvedev farebbe meglio a tenere la bocca chiusa, se è abbastanza intelligente da capire che le sue provocazioni stanno ormai prendendo il posto di quelle dei nostri comici meno gettonati.

Aggiornato il 30 gennaio 2023 alle ore 13:48