Giustizia, Bongiorno: “Intercettazioni servono, ma no ad abusi”

“In passato mi sono schierata contro il blackout informativo, ma la divulgazione di conversazioni private e penalmente irrilevanti, o di frasi decontestualizzate, è un’altra cosa”. Giulia Bongiorno ribadisce l’utilità delle intercettazioni. Pur rivendicando l’ispirazione garantista, la presidente leghista della commissione Giustizia del Senato, in un’intervista a Repubblica, lancia il proprio monito: “Guai a cancellare le intercettazioni. L’apporto fornito nella cattura di Matteo Messina Denaro, per esempio, è indiscutibile. Di contro, guai a pensare che ci sia sempre uno scrupoloso rispetto delle leggi: in alcuni casi è emersa la ricerca dei reati “purchessia” e “a ogni costo”. E questo non va”. Pur votando la Cartabia ha espresso dubbi e critiche. E ora come si pone Bongiorno davanti alle parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, favorevole alle intercettazioni solo “per mafia, terrorismo e reati satelliti”? “Avevo segnalato alla Cartabia, e pubblicamente, una serie di problemi che sarebbero potuti scaturire dalla riforma: i fatti hanno confermato che il mio allarme non era infondato. Sulle intercettazioni ho voluto un’indagine conoscitiva per individuare eventuali disfunzioni o lacune normative”. Che farebbe per mafia e terrorismo? Sì all’uso pieno delle microspie? “Magistratura e forze dell’ordine – riflette Bongiorno – devono disporre di tutti gli strumenti previsti dal nostro ordinamento per combattere la criminalità: è innegabile che le intercettazioni sono indispensabili” e anche la corruzione “è un reato grave per cui non si può escludere l’uso delle intercettazioni”. Delle intercettazioni preventive “non ho grande fiducia. Se ho mai riscontrato errori nelle trascrizioni? Sì, molte volte. Inoltre, capita spesso che nelle prime fasi delle indagini vengano trascritte solo le intercettazioni a favore dell’accusa”. Anche Antonio Tajani ritiene importanti le intercettazioni, purché ci sia un uso limitato. Il vicepremier e ministro degli Esteri di Forza Italia non ha dubbi. “Ci sono degli abusi – sostiene – che si sono registrati in questi anni, ledendo i diritti di cittadini sbattuti in prima pagina, per poi risultare completamente estranei alle vicende. Bisogna evitare queste storture, garantire la privacy e i diritti di tutti i cittadini. Le intercettazioni vanno usate per colpire terroristi e mafiosi e vanno invece evitati gli abusi”.

Il governo farà “quello che ha detto e dimostrato da subito di voler fare: combattere la mafia”. Lo afferma il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove al Corriere della Sera. Sulle intercettazioni siete tutti d’accordo nel governo? “Nordio – aggiunge – ha sempre dichiarato di voler combattere non l’uso, ma l’abuso. Sotto questo profilo siamo d’accordo. Ma non depriveremo mai i magistrati del maggiore strumento di ricerca della prova nel contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie”. E per la corruzione, gli viene chiesto? “Assolutamente sì. Perché molto spesso la mafia viene intercettata nel momento delicatissimo in cui i soldi sporchi diventano puliti: quando le organizzazioni criminali tentano di infiltrarsi nello Stato e nelle imprese. Quali altri reati? Secondo me anche la concussione e il peculato. Intanto però il governo interviene per dare una risposta immediata ai problemi aperti della riforma Cartabia. Con un disegno di legge governativo che sana quel buco che, a insaputa del ministro, era stato lasciato aperto: le mancate querele di parte che vanificano gli arresti”. La norma prevede, spiega Delmastro, che “per una serie di reati si procederà d’ufficio quando la querela manca. Per evitare i fatti che ci ha mostrato la cronaca”. Per quali reati non sarà più obbligatoria la querela? “Tutti quelli che prevedono come aggravante la finalità mafiosa e di terrorismo. Ma anche le lesioni compiute da soggetti sottoposti a misure di prevenzione. C’è l’arresto obbligatorio di chi viene colto in flagranza, nel caso in cui sia difficile reperire la vittima. Se è lì e non querela l’arresto è vietato”.

Aggiornato il 20 gennaio 2023 alle ore 17:08