Cuperlo provoca Bonaccini: “No al doppio incarico”

Gianni Cuperlo alza i toni della polemica precongressuale. L’obiettivo, con tutta evidenza, è Stefano Bonaccini, il candidato più accreditato alla segreteria del Partito democratico.  “Non si possono cumulare incarichi, non si possono fare due o tre mestieri per volta”, ha tuonato Cuperlo. “È un’indicazione generale. Ma la giornata ha 24 ore. Già con l’esperienza di Zingaretti – ha spiegato – abbiamo capito quali limiti ponga” il doppio incarico. Il presidente dell’Emilia-Romagna, ovviamente, ha replicato in maniera netta. “Penso – ha detto – che poter tenere i piedi per terra nel governo locale sia il modo migliore per affrontare i problemi che la gente ogni giorno pone”. Fine della discussione. Anche perché Cuperlo non ha trovato sponde negli altri concorrenti. Per Paola De Micheli nell’occupare due ruoli “non ci sono problemi né di tempi né di energie”.

E non c’è aria di polemica nemmeno dalle parti di Elly Schlein, dove molti ritengono che graviti anche l’ex governatore e già segretario Pd Nicola Zingaretti. “La candidatura di Bonaccini è assolutamente legittima – ha detto Schlein – e anzi sono contenta che sia in campo anche Stefano Bonaccini con cui abbiamo condiviso una esperienza di governo importante”. Al di là della disputa sul doppio incarico, Cuperlo e Bonaccini condividono i timori per il futuro del partito. Per il primo “è in gioco la tenuta e l’esistenza stessa di questa forza”. Pessimista, ma meno definitivo, il governatore dell’Emilia-Romagna: “Non temo l’estinzione del Pd, temo una cosa peggiore, che diventi un partito irrilevante”.

I candidati alla guida del Nazareno – Bonaccini, Schlein, Cuperlo e De Micheli – sono attesi alla prova di sabato, quando a Roma si riunirà l’assemblea che dovrà approvare le regole del congresso – compreso il voto online alle primarie per chi non potrà farlo in presenza ai gazebo – e il Manifesto dei valori e dei principi del nuovo Pd. Sarà l’occasione per un parata di interventi dei quattro in corsa – quindi non a mo’ di confronto diretto – al cospetto del partito. Al Nazareno, per evitare rotture e garantire l’approvazione del Manifesto, i dem stanno cercando un modo per non chiudere il processo, per non blindarlo. Che è quello che chiedono i candidati, da Bonaccini a Schlein. E anche Cuperlo: “La costituente continui e si allarghi oltre la data delle primarie”, ha detto. Meno definita la posizione di De Micheli, che già in direzione non ha votato le regole e che anche sul Manifesto sta facendo le sue valutazioni. Il dato politico del Manifesto “vale” l’abbraccio fra Articolo uno e Pd.

Aggiornato il 20 gennaio 2023 alle ore 11:09