L’accordo, faticoso, sulle regole del gioco è alle spalle. Enrico Letta, scongiurata in extremis la spaccatura del Partito democratico, rilancia sui contenuti e nei prossimi giorni parteciperà a una serie di riunioni tematiche dei sottocomitati. I primi risultati della consultazione della “Bussola”, a cui hanno aderito oltre 18mila persone, sono arrivati al Nazareno e verranno presto resi noti. Ora la sfida entra nel vivo. La corsa a quattro per la segreteria del Pd delinea il quadro di una classe dirigente lacerata. Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo si contendono le “ospitate” televisive per ottenere la maggiore visibilità possibile. Le primarie si decidono, inevitabilmente, sulla maggiore popolarità. Le squadre degli aspiranti leader sono praticamente al completo. Piero Fassino e Brando Benifei si sono schierati da tempo con il governatore dell’Emilia-Romagna. Chiara Gribaudo e Marco Sarracino entrano in squadra con Elly Schlein. Luigi Zanda si schiera con Gianni Cuperlo. Tra gli spettatori esterni della partita figura il leader del M5s Giuseppe Conte che, pur non volendosi sbilanciare sui nomi, apre ad un dialogo postprimarie con i dem “se ci sarà la convinta adesione a un’agenda progressista”.
Sbarrata la strada al campo largo con il Terzo polo e ad un Pd che abbracci “l’indirizzo neoliberista che sta portando avanti Carlo Calenda”, il leader pentastellato ribatte anche a quanti sostengono che l’obiettivo dei pentastellati sia svuotare il Pd: “Lo dite – attacca – perché vogliamo fare la nostra azione politica? Se non facciamo la succursale del Pd vuol dire che lo vogliamo svuotare? Siccome c’è da raggiungere un 51 per cento c’è posto per tutti, ma l’importante è arrivarci con una chiarezza di proposta”. Dalle regole licenziate dalla direzione del Pd emergono delle nuove date per la consultazione popolare: nei circoli la discussione e il voto degli iscritti sulle candidature a segretario si terranno dal 3 al 12 febbraio, con l’eccezione delle regioni Lazio e Lombardia, dove il termine è prorogato al 19 (per la concomitanza delle Regionali). Il secondo tempo della corsa alla leadership dem slitta al 26 febbraio (con il voto previsto dalle 8 alle 20). Si tratta delle primarie vere e proprie, che saranno aperte anche ai non iscritti al partito che “dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del partito, di sostenerlo alle elezioni, e accettino di essere registrate nell’albo pubblico delle elettrici e degli elettori”.
Le candidature alla segreteria nazionale dovranno essere presentate entro il 27 gennaio e sottoscritte da almeno il 20 per cento dei componenti dell’Assemblea nazionale o da un numero di iscritti compreso tra duemila e tremila. Bonaccini torna sull’accordo raggiunto per il voto online, sottolineando come “l’apertura” riguardi “alcune limitate possibilità” e che si intenda “comunque favorire la presenza fisica”. Poi, propone di riaprire un dibattito sul finanziamento pubblico ai partiti e promette: “Se divento segretario garantisco che la prossima volta ci vorrà molto meno tempo per fare un congresso”. Fassino presenta un manifesto firmato da Matteo Ricci e da molti altri esponenti dem, che caldeggia la sua leadership: “Perché ci serve una guida solida”. Cuperlo, forte del supporto di Zanda, apre la sua campagna congressuale a Palermo affermando che “un’alternativa alla destra senza il Pd, che deve diventare il principale partito della sinistra, non è possibile. Schlein schiera, tra gli altri, Chiara Braga che sarà la responsabile delle sue iniziative politiche e Marco Furfaro, portavoce della mozione. Paola De Micheli, a Siena per un’iniziativa, può far conto su Enza Bruno Bossio, Vito De Filippo e di una serie di amministratori locali, tra cui l’assessore di Roma Eugenio Patanè.
Aggiornato il 13 gennaio 2023 alle ore 10:25