Nomine, conferme e nuovi arrivi

Chi rimane e chi no. L’Esecutivo va avanti con le nuove nomine pubbliche. Per l’Agenzia delle Entrate e per quella del Demanio ci sono due riconferme: al timone della prima rimarrà Ernesto Maria Ruffini, alla guida dell’altra ci sarà Alessandra Dal Verme. Novità all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: via Marcello Minenna, al suo posto a Roberto Alesse, capo di gabinetto del ministro per le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ex presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali. Ernesto Maria Ruffini ha commentato: “Ringrazio il Governo per la fiducia dimostrata nei miei confronti indicandomi alla guida dell’Agenzia delle Entrate. È un onore per me servire il Paese nell’Amministrazione finanziaria”.

“Lo spoil system del nuovo esecutivo – ha scritto il Sole 24 Ore – era cominciato con i cambi alla direzione dell’Agenzia del Farmaco, che Nicola Magrini dovrà lasciare tra qualche giorno, e con la sostituzione del commissario per la ricostruzione post terremoto nelle regioni del centro Italia, Giovanni Legnini. Il Governo ha tempo fino al 24 gennaio per avanzare le altre nomine, perché allora scadranno i 90 giorni dello spoil system previsto dalla legge Bassanini, ovvero la pratica politica secondo la quale il vincitore delle elezioni ha il diritto di nominare funzionari di propria fiducia a capo degli uffici dell’amministrazione pubblica. Gli occhi restano puntati sulla poltrona del direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, colpito dalle critiche per la gestione di diversi dossier, dalla vendita di Alitalia alla ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena. Ma qualche giorno fa, in un’intervista all’Avvenire, il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva lodato il lavoro di Rivera e quello del ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta, definendoli il meglio della dirigenza pubblica italiana”.

Altro valzer di nomine, peraltro, è in arrivo tra qualche mese, con la scadenza dei cda di quattro grandi partecipate: Eni, Enel, Leonardo e Poste. A quanto pare, il meno a rischio sembrerebbe essere Claudio Descalzi, alla guida del Cane a sei zampe dal 2014. Più incerto il destino di Francesco Starace, ad della società elettrica scelto a suo tempo da Matteo Renzi e già al suo terzo mandato, e di Alessandro Profumo, la cui nomina alla guida di Piazza Monte Grappa è datata 2017. Da non escludere, poi, lo spostamento di Matteo Del Fante, alla guida di Poste dal 2017. In scadenza nel 2024, ma non è escluso che l’Esecutivo possa propendere una accelerazione, i vertici di Cdp, Rai e Ferrovie dello Stato.

Aggiornato il 12 gennaio 2023 alle ore 11:34