
“Il Qatargate è una ferita per migliaia di amministratori e militanti”. Gianni Cuperlo affronta lo scandalo che coinvolge il Partito democratico a livello europeo. “Ricostruire un partito che non sia rinchiuso nelle istituzioni – sottolinea – è il primo anticorpo per prevenire degenerazioni come quella”. Cuperlo, in un’intervista a Qn, parla della sua candidatura alla segreteria del Pd. “Credo che la sinistra – rimarca – venga prima di noi e ci supererà nel dopo. Non la si può rinchiudere in un circolo ristretto, figuriamoci in una somma di correnti stanche. Penso che il Pd sia stato l’atto più coraggioso che la sinistra: il cattolicesimo democratico, l’ambientalismo, il pensiero femminista e la cultura dei diritti abbiano proposto nell’ultimo mezzo secolo. Se una sola di quelle tradizioni dovesse pensare che la scommessa è fallita il Pd non esisterebbe più. Io voglio fare quanto posso per evitarlo. Per questo non mi convince una conta sui nomi senza una discussione su cosa vogliamo essere e rappresentare”.
Il centrosinistra “deve recuperare dei termini a lungo associati alla destra. La sicurezza che non è repressione dei fragili, ma accoglienza, protezione sociale, accesso alla cittadinanza. Ma credo che un nuovo centrosinistra debba anche riscoprire il valore di un ordine della società che non è in conflitto col principio di libertà”. Per quanto riguarda le alleanze “mi pare che Terzo polo e 5 stelle pensano di cavalcare le difficoltà del Pd anziché unire le opposizioni nel contrasto a una destra che penalizza i poveri, premia gli evasori, taglia risorse a scuola e sanità pubbliche”. L’avversario “non siamo noi, a partire dalle Regionali in Lazio e Lombardia, dove questa volta Pierfrancesco Majorino può vincere”. Nel Pd “cambiare si deve a cominciare dalla lunga stagione di trasformismi che abbiamo alle spalle. Io spero in un confronto di verità, magari aspro, ma sincero su come rialzarci e ridare speranza ai tanti che l’hanno persa”.
Intanto, per il Pd arriva l’ennesimo dato allarmante. In vista delle Regionali che si terranno nel Lazio il 12 e il 13 febbraio 2023. Come scrive il Giornale, il centrodestra parte come favorito. Il fronte progressista non riesce a compattarsi e si avvicina sempre più verso l’ennesima sconfitta. È quanto emerge dal sondaggio Izi, che ha scattato una fotografia chiarissima su quanto accadrà tra meno di due mesi nel Lazio. Secondo la rilevazione emerge che Francesco Rocca è l’unico che possa trionfare. Il candidato del centrodestra viene dato come potenziale vincitore con un buon 42,6 per cento di preferenze. Dietro si trova Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità, candidato del centrosinistra più Azione e Italia viva. Il numero due di Nicola Zingaretti dovrebbe attestarsi secondo al 34,8 per cento. Invece, la candidata del Movimento 5 stelle Donatella Bianchi è fuori dai giochi. Viene accreditata di un 18,3 per cento. La distanza che separa D’Amato da Rocca è di circa 8 punti percentuali: un divario difficile da colmare in un mese e mezzo. L’osservazione di Giacomo Spaini riportata da Repubblica è molto netta.
Secondo l’ad di Izi Spa “continua il suicidio dell’opposizione, centrosinistra e M5s, che si consegnano alla destra anche in Regione Lazio, così come avvenuto alle elezioni politiche e in Parlamento. Senza un’alleanza nell’area di centrosinistra, la coalizione di centrodestra vincerebbe con qualsiasi altro candidato o candidata”. È probabile il boom di Fratelli d’Italia al 32,4 per cento. Nel Lazio non dovrebbe esserci il sorpasso del Movimento 5 Stelle sul Partito democratico, come invece avvenuto a livello nazionale: il Pd è in vantaggio al 18,1 per cento mentre il M5s si posiziona al 16,5 per cento. L’asse tra Azione e Italia viva viene dato al 6,7 per cento, in calo rispetto al 25 settembre. Forza Italia si appresta a essere il secondo partito del centrodestra: gli azzurri si attestano al 5,7 per cento, seguiti dalla Lega al 4,1 per cento. Infine, si trovano le formazioni politiche con minore consenso: +Europa al 3 per cento, Europa Verde al 2,9 per cento, lista civica Bianchi al 2,8 per cento, lista D’Amato all’1,6 per cento, Sinistra civica ecologista all’1,4 per cento, lista civica Rocca allo 0,5 per cento e DemoS-Democrazia solidale allo 0,2 per cento.
Aggiornato il 30 dicembre 2022 alle ore 14:32