
Elly Schlein non vede “il rischio scissione” nel Partito democratico. La deputata e candidata alla segreteria del Pd, nel corso di Agorà, talk show d’informazione in onda su Rai 3, prova a convincere i “malpancisti”. “Chi dice se vince Schlein me ne vado ha un approccio sbagliato con questa sfida. Il pluralismo del Pd va conservato, è l’unico partito non personale”. Il congresso non deve trasformarsi “certo in una resa dei conti identitaria”. Secondo Schlein, “il Pd è l’unico partito che, a seguito della sconfitta, ha deciso di mettersi in discussione, con un gesto di grande generosità. Per me è stato un ritorno, mi sono tesserata al circolo della Bolognina, dove avevo seguito la mia prima assemblea: non sono un’estranea, abbiamo lavorato e governato insieme. Ci sono stati elementi di frattura, ma questo congresso serve a fare un chiarimento politico e trovare una identità chiara”.
Schlein non è contraria alla possibilità di cambiare nome al Pd. “C’è una discussione in corso – afferma – e raccolgo ogni elemento di proposta, come quella del sindaco di Bologna” che ha chiesto di aggiungere “del lavoro”. “Il congresso è il momento dove affrontare la discussione, ci serve un partito non delle correnti e degli eletti ma che dà voce a quella base dei militanti che si sono sentiti poco ascoltati. I referendum tra gli iscritti andrebbero usati per certe tematiche”.
La candidata alla segreteria dem affronta anche il tema spinoso del Qatargate, in cui sono coinvolti europarlamentari della sinistra. “Non avevo alcun elemento – ammette – per pensare che ci fossero episodi così gravi. Vedremo le indagini. Ma quando c’è una flagranza di reato di questo calibro anche i più garantisti come me hanno modo di ritenere che i fatti siano gravissimi”. Quella che sta emergendo è una “vicenda gravissima e vergognosa, di proporzioni enormi. La reazione non può che essere la più dura, ferma e rigorosa. I corrotti ne risponderanno davanti alla giustizia, se le accuse verranno confermate, e bisogna stringere le maglie dei controlli. La questione morale è attuale, c’è sia a destra sia a sinistra, non bastano le indagini, ma serve una reazione di istituzioni e politica stringendo i controlli”.
Schlein non nasconde la propria indignazione per una foto che la polizia belga ha fatto riemergere. Nello scatto la deputata è ritratta con Pier Antonio Panzeri mentre insieme impugnano due cartelli con la frase “Our rights are not negotiable”. Un’immagine di cui, a detta di Schlein, si sta facendo “un utilizzo strumentale. “La mia condanna”, per ciò che sta emergendo, “non può che essere netta. Sono stata europarlamentare, Panzeri lo conoscevo, mai mi sarei aspettata di vedere questo. Eva Kaili era europarlamentare nella mia stessa legislatura”.
Per Schlein, a sinistra “c’è un tema di nuovi metodi di selezione della classe dirigente e di porre al centro la questione morale. È un impegno che mi sto prendendo in questo tentativo di ricostruzione del nuovo Pd. La questione non è portare una nuova corrente, ma un’onda di partecipazione che si coniughi con una forma di selezione accurata dei gruppi dirigenti, sia a livello nazionale che territoriale”. Schlein propone “le primarie per la selezione dei candidati che poi saranno nelle liste”.
Intanto, stamattina è apparsa una scritta anti Schlein e Stefano Bonaccini sul muro della Bolognina. “Schlein e Bonaccini Nuova svolta stessi nemici”. Accanto alla scritta, il simbolo della falce e martello. Sentito dall’Ansa, il segretario del circolo Mario Oliva promette di sporgere denuncia. “È una mossa studiata e fatta apposta – dice – non era mai successo prima che qualcuno facesse una cosa del genere dentro al circolo, hanno infranto anche la proprietà privata. Una vergogna che non ha eguali – ha proseguito – una cosa che non sta né in cielo né in terra, chiederò al presidente della Fondazione Duemila (attigua al circolo, ndr) di fornire i girati delle telecamere di sorveglianza, spero che fossero attive”. Interviene anche la segretaria del Pd di Bologna Federica Mazzoni. “Questa mattina – scrive in una nota – il circolo Pd Bolognina ha avuto un risveglio amarissimo. Le mura adiacenti l’ingresso del circolo sono state imbrattate con scritte inaccettabili. La frequenza degli atti intimidatori nei confronti del nostro partito non ci ferma, al contempo non possiamo non notarne la continuità, perché non è consentita nessuna approssimazione”. Anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore stigmatizza la scritta intimidatoria. “Scritte deliranti – afferma – che offendono un’intera comunità politica. Ma abbiamo le spalle larghe e non ci facciamo intimidire. Mando un abbraccio di solidarietà e vicinanza ad Elly e Stefano e a tutti i militanti del circolo Pd della Bolognina, andiamo avanti”.
Aggiornato il 15 dicembre 2022 alle ore 15:47