Manovra, scende la soglia per il Pos

L’Unione europea dovrebbe pronunciarsi oggi. Eppure gli esiti della trattativa con Bruxelles sono già visibili. L’azzurro Giorgio Mulè fa sapere che il governo è intenzionato a far scattare le multe per i commercianti che non accettano i pagamenti con bancomat e carte sopra i 40 euro contro il tetto dei 60 fissato in Manovra. Se uno dei nodi della Legge di Bilancio sembra sciogliersi molti altri restano irrisolti, dal Superbonus alle pensioni minime la maggioranza fatica ancora a trovare la quadra. Tra riunioni di maggioranza, tentativi di interlocuzione con l’opposizione, stop and go in commissione e scrittura e riscrittura nelle misure, il rush finale resta ad alta tensione. Del resto, i tempi strettissimi e le poche risorse a disposizione pesano sul cammino della Legge di Bilancio che sembra sempre più complicato. Tanto che è dato quasi per scontato che in Aula alla Camera arrivi alla fine un voto di fiducia. Molti le questioni ancora aperte: dalle pensioni al superbonus. Tutte questioni che saranno oggetto di emendamenti del governo, che arriveranno entro venerdì sera, e per i quali si cercano coperture che non dovrebbero andare a pesare sulla dote di 400 milioni per le modifiche parlamentari.

Intanto per provare a stringere i tempi, la maggioranza riduce il numero delle proprie proposte a una sessantina di super-segnalate e prova a proporre lo stesso all’opposizione che, però, per il momento, fa sapere di voler prima “vedere i contenuti”. E se da parte di tutto il centrodestra si chiedono più risorse per il comparto sicurezza, ognuno insiste, anche, sulle proprie proposte bandiera a partire da Forza Italia con la detassazione per le assunzioni dei giovani e soprattutto l’innalzamento delle pensioni minime. Una misura molto costosa su cui si starebbe valutando una soglia anagrafica a 75 anni anche se si sta cercando di capire se una restrizione di questo tipo non possa incorrere – viene fatto notare – in un problema di incostituzionalità. Sempre sul fronte delle pensioni, invece, in attesa della riforma più complessiva alla quale la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone ha confermato di volere mettere mano, i partiti sono in pressing, per togliere i paletti inseriti in Manovra per l’adesione alla misura.

Una modifica sul fronte del congedo parentale dovrebbe arrivare come richiesto da Noi Moderati. Il mese in più di congedo all’80 per cento dovrebbe essere esteso ai papà oltre che alle mamme. Noi Moderati propone, inoltre, sul fronte del Reddito di cittadinanza, propone, come sostiene Maurizio Lupi di “ridurre il sostegno a 6 mesi per aggiungere ulteriori 350 milioni di euro di risparmio, risorse da destinate alle politiche attive sul lavoro e alle imprese, soprattutto tra i più giovani”. A cambiare sarà anche 18App, come annunciato anche dal presidente della commissione Cultura Federico Mollicone con la probabile introduzione di un tetto Isee. Intanto, mentre i sindacati sono sul piede di guerra con Maurizio Landini che va all’attacco è attesa in commissione Bilancio al Senato la riformulazione del governo sul Superbonus al Decreto aiuti quater.

L’intesa raggiunta in maggioranza dovrebbe prevedere la proroga del termine per la presentazione della Cilas al 31 dicembre per ottenere l’agevolazione al 110 per cento e il decalage dal primo di gennaio. Per quanto riguarda, invece, la questione dello sbocco dei crediti già maturati la soluzione dovrebbe arrivare con la Sace a garanzia dello Stato a prima chiamata. A proposito dei bonus, arriva un altolà del capo della protezione Fabrizio Curcio: “Dobbiamo trovare le chiavi giuste per arrivare al cittadino stimolandone la consapevolezza, intercettando l’interesse quotidiano. Le politiche dei bonus hanno creato confusione dal punto di vista della sicurezza”.

L’Ue frena sulla Manovra
Secondo l’Unione europea nella Manovra italiana ci sono misure “che non sono in linea” con le raccomandazioni specifiche per l’Italia sulla lotta all’evasione fiscale. In pratica, si tratta della disposizione che innalza il tetto per le transazioni in contanti da 2 a 5mila euro nel 2023, della misura “equivalente a un condono” di cancellazione dei debiti fiscali inferiori a mille euro relativi al 2000-2015, del limite a 60 euro per rifiutare pagamenti Pos senza sanzioni e “il rinnovo, con criteri di età più severi, nel 2023 dei regimi di pensionamento anticipato scaduti a fine 2022”. È quanto scrive la Commissione Ue. “Nel complesso, la Commissione ritiene comunque che il progetto di bilancio dell’Italia sia in linea con gli orientamenti contenuti nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022”, e sono “plausibili” le ipotesi macroeconomiche alla base del progetto di bilancio “sia nel 2022 che nel 2023”.

“La valutazione della Commissione sull’impatto di bilancio delle misure di politica fiscale è sostanzialmente in linea con quella del governo”, si legge ancora. Inoltre, l’Italia non ha ancora “compiuto progressi per quanto riguarda la parte strutturale delle raccomandazioni di bilancio contenute nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022 nel contesto del semestre europeo” e la Commissione “invita pertanto le autorità ad accelerare i progressi”. La Commissione europea infine segnala l’importanza per l’Italia, come per tutti gli Stati membri, che proroghe alle misure di sostegno contro il caro energia o eventuali nuove misure siano meglio concentrati “sulle famiglie più vulnerabili e sulle imprese più esposte, per mantenere gli incentivi a ridurre la domanda di energia e per ritirarle quando la pressione sui prezzi dell’energia diminuisce”. Secondo il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, nella Manovra italiana “ci possono essere alcune misure specifiche che possono riguardare o aver riguardato obiettivi del Pnrr e che bisogna evitare di contraddire, capovolgere. In particolare questo riguarda alcuni obiettivi legati ai pagamenti digitali. Questo è l’elemento che può incrociare due terreni distinti come Legge di Bilancio e Pnrr. Ne stiamo discutendo con le autorità italiane”.

Aggiornato il 14 dicembre 2022 alle ore 12:53