
“All’Italia serve un’alternativa a questa destra”. Lo sostiene Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Partito democratico, nel corso di un’intervista alla Stampa. Secondo il presidente dell’Emilia-Romagna, la novità “è che la destra ha sulla carta le condizioni per consolidarsi nelle istituzioni e radicarsi nella società. Per questo è illusorio contrapporle un’alternativa fatta solo di protesta o, viceversa, di contiguità, sperando poi di fare la stampella alla prima difficoltà”. Bonaccini punta il dito, ancora una volta, contro le correnti del Pd. “Hanno esaurito la loro funzione: non stanno producendo pensiero, sintesi, classe dirigente, merito. Un grande partito o è plurale e aperto o non è, ma bisogna cambiare radicalmente. Io ho chiesto a ciascuno e a tutti di valutare le proposte che avanzo, ma di cambiali non ne firmo e non offrirò rendite di posizione” e “credo di avere l’esperienza e la solidità per poter gestire le turbolenze che ciò comporta. È ora di cambiare davvero e sento di avere al mio fianco tanti militanti, amministratori, elettori, donne e uomini che non ne possono più”.
All’Italia “serve un’alternativa a questa destra e senza un grande partito progressista e riformista Giorgia Meloni o chi per lei governerebbero per altri 20 anni”. Per quanto riguarda Terzo polo e 5 stelle, “si comportano come avessero vinto le elezioni, che invece hanno perso come noi, e si preoccupano più di criticare il Pd che il governo della destra. Serve un’opposizione che sappia affiancare ad ogni no una controproposta alternativa e sappia evidenziare le loro contraddizioni come parlare di protezione dei più deboli ma cancellare il reddito di cittadinanza o, pur avendo il primo premier donna avere una visione regressiva dei diritti civili e delle libertà delle persone, in particolare delle donne”. Se Bonaccini diventasse segretario onorerebbe “l’impegno che ho preso con i cittadini dell’Emilia-Romagna. Credo che fare il segretario, forte di un’esperienza di governo, possa essere un valore aggiunto per un partito che deve ritrovare concretezza”.
Intanto, Elly Schlein riprende la tessera del Pd nel circolo della Bolognina, formalizzando la sua corsa alla segreteria dem. Un luogo simbolico quello scelto dall’ex vice presidente dell’Emilia-Romagna, visto che proprio in questo quartiere, il 12 novembre del 1989 Achille Occhetto, allora segretario del Pci, dà avvio alla “Svolta della Bolognina” che porta alla dissoluzione del Partito comunista italiano nel 1991. “Io – afferma la deputata – entro, anzi rientro in questa comunità e in questo circolo in punta di piedi, innanzitutto ad ascoltare. Non siamo qui certo per sostituire il Pd, ma per provare insieme a rinnovarlo e a ridare il senso di un impegno comune”. Poco prima, Schlein aveva detto: “Con grande emozione torno a far parte di questa comunità con il messaggio che noi non abbiamo bisogno di un partito degli eletti e delle elette, e neanche di un partito delle correnti, ma di un partito di militanti in cui si dà più voce alla base e questo congresso ce ne dà l’occasione”.
Aggiornato il 13 dicembre 2022 alle ore 18:23