Carlo Nordio: Dio ce l’ha dato, guai a chi lo tocca

La scelta di Giorgia Meloni di assegnare a Carlo Nordio il dicastero della Giustizia nel Governo da lei presieduto, rappresenta la chiara volontà della politica di riformare un settore, la giustizia, che è fondamentale per riportare l’Italia tra le nazioni che rispettano il primato della politica e il principio base di civiltà giuridica che è la presunzione di innocenza. L’imputato è innocente fino a sentenza definitiva! Carlo Nordio, già procuratore aggiunto del Tribunale penale di Venezia è stato un grande magistrato inquirente. Nella sua lunga carriera è stato titolare di importanti indagini condotte nell’assoluto rispetto delle regole e senza scorciatoie.

“Dal 1979 al 1982 ha condotto l’istruttoria nell’indagine sulle Brigate rosse nel Veneto, tra il 1985 e il 1988 ha coordinato le indagini sui sequestri di persone e dal 1992 ha condotto tutti i processi della tangentopoli veneta”. Nello svolgimento del suo delicato compito di inquirente ha mantenuto il più stretto riserbo sulle indagini. Mai si sono viste, nelle indagini da lui condotte o coordinate, intercettazioni pubblicate sui quotidiani tendenti a screditare persone non coinvolte nelle indagini. Ha utilizzato, correttamente, lo strumento delle intercettazioni telefoniche per ragioni funzionali alla ricerca delle prove e non le intercettazioni come strumento di prova. Carlo Nordio, ritiene utili le intercettazioni come strumento preventivo d’indagine e non come presunta prova. Ma soprattutto non ha applicato il “rito ambrosiano” del “non poteva non sapere”.

La responsabilità penale è personale. Il Progetto di riforma della giustizia penale del neo ministro, illustrata nella Commissione giustizia, rispecchia fedelmente le sue idee che trovano riscontro nei suoi libri. Avevo letto il suo libro Giustizia, pubblicato dalla casa editrice Cantiere Italia: la prima edizione risale al 1997. L’ho riletto con avidità e ho trovato conferma che quello che afferma oggi da ministro lo aveva già scritto. Per esempio, in ordine alla responsabilità civile dei magistrati scriveva (pagina 38): “Qualsiasi potere dev’essere infatti limitato dai controlli e temperato dalle responsabilità”.

In merito alla bulimia del legislatore italiano di sfornare nuove leggi scriveva: “Nessuno sa quante siano. Alcuni dicono duecentomila, altri duecentocinquantamila, altri di più”. “In un recente convegno sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, vero responsabile di una serie di perversioni e talvolta di ricatti, la conclusione è stata quella di sostituire l’articolo in vigore con sei articoli nuovi. C’è da rabbrividire”. In merito alla cosiddetta supplenza della magistratura rispetto alla politica “Questo intreccio perverso e fatale non si scioglierà, sino a quando la politica non riprenderà il suo primato”. Inoltre, “l’ammonimento che l’autore lanciava ai suoi colleghi in toga: se non la smettono di arroccarsi in difesa dei propri privilegi, presto o tardi, i politici presenteranno il conto. E sarà salato. L’esecutivo Meloni, si sta riappropriando del primato della politica, la nomina di Carlo Nordio come Guardasigilli ne è la conferma!

Aggiornato il 13 dicembre 2022 alle ore 11:03