Intercettazioni, il nervo scoperto toccato da Nordio

Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ha dettato la linea. L’idea è quella di proporre una profonda revisione della disciplina delle intercettazioni. Con un assunto: “Vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria”.

Il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, su Tgcom 24 ha rimarcato: “Ho l’impressione che sulle intercettazioni il ministro Nordio abbia finalmente toccato un nervo scoperto: ha avuto il coraggio di dire quello che è scritto nella Costituzione. Nessuno mette in discussione l’utilità di questo strumento nei casi previsti dalla legge: ciò che non è accettabile è l’abuso, ossia l’abitudine a farne qualcosa che va al di là della funzione processuale ad esso attribuita dal codice”.

Sempre Sisto: “La pubblicazione di intercettazioni che non riguardano soggetti indagati o di notizie che, secondo le regole, dovrebbero rimanere segrete, dimostra che, sul punto, si è perso l’orientamento. Dobbiamo fare tutti uno sforzo – ha evidenziato – per ricordare che al centro del sistema giustizia non ci sono i magistrati, gli avvocati o l’accademia, ma i cittadini. È perciò a loro che bisogna guardare quando si riflette su condotte che possono ledere ingiustamente la vita privata, quando non distruggerla. Anche alla luce del fatto che la presunzione di innocenza resta ancora, purtroppo, tra i principi più violati in assoluto”.

Nella discussione, peraltro, non è passato inosservato il commento di Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, che su Rainews24 ha specificato: “Nelle parole di Nordio su intercettazioni, separazione delle carriere e ruolo dei pm mi ci ritrovo, perché da garantista ritrovo una prospettiva di riforma liberale della giustizia. Se poi alla teoria seguisse la pratica e ci fosse un disegno di legge serio, ben fatto, garantista, che contenga anche una riforma delle intercettazioni volta a evitare che vengano date in pasto ai giornali, magari con persone che nemmeno c’entrano nulla con le indagini, e che vedono il loro nome sbattuto in prima pagina e la loro vita segnata, sarei d’accordo. Se la forma e anche la sostanza fosse garantista voterei a favore. Ma c’è un fatto che a me allarma – ha terminato – la firma di Nordio su una legge manettara, securitaria, sbagliata e ideologica che è la legge antirave. Al Nordio garantista potrei dare fiducia, ma al Nordio che ho visto all’opera fino a oggi, con il decreto anti-rave, mi oppongo duramente”.

Aggiornato il 08 dicembre 2022 alle ore 13:41