
Dopo Stefano Bonaccini anche Elly Schlein esclude il rischio di scissione del Partito democratico. Per queste ragioni, la candidata alla segreteria del Pd assicura non costituirà una nuova corrente. “Abbiano chiesto a tutti – afferma nel corso del Tg1 Mattina – di venire liberi. Vogliamo fare emergere le energie migliori, nel Paese e nel partito. Non siamo una nuova corrente. Vogliamo essere un’onda che le superi, rimescoli le nostre storie a favore di una identità chiara che si definisce in base ai criteri principali che sono clima, lavoro e diseguaglianze”. Quindi, puntualizza Schlein, “vogliamo fare emergere le energie migliori, puntare sull’autonomia delle persone, riuscire a fare emergere soprattutto donne e giovani che sono state molto spesso schiacciate da quelle logiche di cooptazione correntizia”. A giudizio della parlamentare, ancora, “non vogliamo che passino quelli che sono più fedeli, vogliamo che passino le persone più competenti”. Schlein sostiene che nel momento in cui si è candidata, accetterà qualsiasi esito. “Io – afferma – gioco per vincere questa partita: lo facciamo con grande determinazione ma sarei disposta ad accettare anche l’esito contrario, non si può poi andare via con la palla. Credo che la sfida oggi per il Pd sia ritrovare un’identità forte che metta al centro il lavoro, la questione sociale e anche la questione climatica bisogna tenere insieme questa comunità plurale, che è giusto che lo rimanga, ma senza più rinunciare a una visione chiara di modo che le persone per strada possano capire chiaramente che cosa vogliamo fare”.
Schlein parla della disfatta alle Politiche del 25 settembre. “Speravamo di vincere quelle elezioni. Abbiamo preso una sonora sconfitta e quindi c’è molto bisogno di ricostruire, c’è molto bisogno di cambiare e cambiare costruendo una visione di futuro che possa rispondere ai bisogni delle persone che sono in grande sofferenza. In queste settimane, prima di prendere questa decisione mi sono confrontata con moltissime persone: c’è una voglia di mettere in campo una visione che tenga insieme la necessità di ridurre le disuguaglianze e anche di salvare il pianeta e attorno a questi grandi temi abbiamo voglia di portare il nostro contributo”. Secondo Schlein, quella sul cambio del nome del Pd, aggiungendo a Partito Democratico anche la parola Lavoro, un’idea avanzata dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, “è una discussione che si può fare. La potremo fare al Congresso”, ormai in vista. “Ho deciso di cogliere questa occasione”, concorrere alla segreteria democratica, “anche per ricucire con le persone fuori. Se la ricucitura passa anche dal nome lo vedremo. Lepore ha fatto benissimo a mettere al centro il tema del lavoro e io aggiungerei anche quello del clima”.
Sul congresso Schlein non vede l’ombra di Matteo Renzi. Nei giorni scorsi, replicando ad alcune sue considerazioni, “mi sono limitata a rispondere per chiarire che non ho mai accettato logiche di cooptazione e quindi non posso accettare l’idea che qualcuno dica di averci portati in Parlamento quando allora, visto che alle elezioni Europee si prendono le preferenze, abbiamo molto combattuto, nonostante le resistenze di chi allora guidava il partito per raccogliere 53mila preferenze e riuscire ad andare a Bruxelles a fare delle battaglie che abbiamo portato avanti con successo”. Schlein lancia un’altra stoccata all’ex premier. “Mi sono limitata a rispondere a un suo attacco che ho trovato poco elegante e poco corretto. Per il resto, un altro merito reale di Renzi è stato quello di spingere me e molti altri insieme a me fuori dal Partito democratico per una gestione molto arrogante che non tollerava alcuna idea diversa dalla propria e che anche spinto delle riforme che non erano state mai presentate agli elettori e calate dall’alto, come il Jobs Act, come la riforma costituzionale”. A giudizio di Schlein, “quella rottura è stata profonda, lui poi è uscito quindi sono io che non mi spiego come mai sia così interessato a dire chi è più titolato a guidare il Partito democratico. Io non mi faccio dire da chi in questo momento, anche in Parlamento, spesso ammicca alla Destra, chi è più titolato a ricostruire la Sinistra”. In caso di vittoria nella corsa alla guida del partito, Elly Schlein sarà “segretaria. Io, con piacere, mi sono candidata a segretaria. Non è una scelta casuale: abbiamo una splendida lingua ricchissima che va declinata al femminile anche per non far sparire il ruolo delle donne nella nostra società”. Quanto a tenere la tessera del partito, che dovrebbe prendere a breve, in caso invece di sconfitta, Schlein si limita a rispondere con un “assolutamente sì. Siamo disponibili a costruire, a dare vita a questa prospettiva politica e a tenerla viva dentro qualunque sarà l’esito del congresso. Ma tanto – conclude – lo vinceremo”.
Aggiornato il 08 dicembre 2022 alle ore 14:58