Pd, Bonaccini-Schlein: la sfida più incerta di sempre

Il Partito democratico si avvia alle primarie più incerte della sua breve storia. Con la candidatura di Elly Schlein alla segreteria del Pd si apre un congresso senza un vincitore annunciato. La giovane deputata sfida Stefano Bonaccini, Paola De Micheli e Matteo Ricci. Ma il duello è tutto interno alla Regione Emilia-Romagna. Tra il governatore e la sua ex vice. A sostegno di Schlein si schierano Dario Franceschini, Nicola Zingaretti, Giuseppe Provenzano (presente all’annuncio, domenica a Roma, al Circolo Arci Monk), Andrea Orlando, il plenipotenziario del Pd capitolino Goffredo Bettini e il segretario dimissionario Enrico Letta. Con Bonaccini, per ora, figura solo la corrente di Base riformista capitanata dal renziano Lorenzo Guerini. Accanto al presidente, si schierano i primi cittadini: il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e di Bari Antonio Decaro.

Ma, soprattutto, Dario Nardella. “Io – dice il sindaco di Firenze Agorà su Rai 3 – non ho mai aderito a nessuna corrente. Dobbiamo mettere al centro le idee e la rappresentanza democratica dei territori. Questa è la battaglia di Bonaccini che io condivido e credo condividano centinaia di migliaia di elettori e tantissimi amministratori locali. Partiremo con un appello nelle prossime ore a sostenere la candidatura di Bonaccini firmato da centinaia di sindaci e amministratori locali. Il Pd può essere un vero partito del territorio, lo è già perché amministriamo con successo tante città”. Nardella è convinto “che questo congresso sarà tanto più efficace quanto più rispettoso di tutte le candidature che sono in campo. Noi non abbiamo nemici dentro il partito, ma avversari fuori dal nostro partito, poi le sue posizioni sono molto schiacciate su una sinistra massimalista. Io credo che il Pd debba essere un vero partito di centrosinistra che tenga insieme, come disse Walter Veltroni 15 anni fa, riformismo e radicalità. Non possiamo avere solo la radicalità senza riformismo perché così faremmo un favore a tutti i partiti politici più moderati che sono nell’area centrale”.

Intanto, Romano Prodi “non partecipa al congresso del Partito democratico con il suo sostegno a una specifica candidatura”. Lo ha ribadito, con una nota diffusa dall’ufficio stampa, dopo che il Giornale, in un articolo, ha parlato di un endorsement di Prodi a Elly Schlein. “Un appoggio – prosegue l’ufficio stampa del professore – di cui non vi è nessuna traccia, che non ha alcun riscontro e che è destituito di ogni fondamento”. Contro la deputata si schiera, ovviamente Italia viva. Su Twitter il deputato ultrarenziano Francesco Bonifazi, scrive: “Vedere Elly Schlein che si candida alla guida del Pd contro le correnti ma circondata dagli uomini e dalle donne di Franceschini è veramente bellissimo! Un’autentica outsider!”. Un sarcasmo inevitabile dopo le bordate lanciate domenica da Schlein contro Matteo Renzi. “Con la sua arroganza e le scelte scellerate su Jobs act e scuola – aveva detto sul conto dell’ex premier – ha spinto me e tanti altri fuori dal Pd. Ha umiliato chiunque la pensasse diversamente, ha lasciato macerie. Ora perché si interessa al congresso Pd? Non ci faremo dire chi e come può ricostruire la sinistra da chi già ammicca alla destra”.

Aggiornato il 06 dicembre 2022 alle ore 19:13