
La foto (che, stamane alle 8,19, dà la posizione in tempo reale di una nota nave Ong tedesca) dimostra che le navi delle Ong non hanno bisogno di contatti telefonici con i trafficanti di esseri umani perché questi possano conoscere la posizione in mare della nave. I trafficanti sanno sempre su Internet dove si trovino quelle navi. Così potranno inviare verso quel punto-nave i migranti che pagano bene con barconi sicuri, mentre spediranno quelli che pagano poco con gommoni sovraccarichi, che saranno soccorsi in extremis dalle navi delle Ong. Alcuni gommoni faranno naufragio nei loro pressi, altri malauguratamente naufragheranno prima o mancheranno il “bersaglio”.
Tutto questo dimostra che le navi delle Ong rappresentano un “pull factor” (un fattore di attrazione e di traino) per le partenze di barconi e gommoni con la loro stessa e semplice presenza in quelle acque (senza bisogno di appuntamenti telefonici) e che il “sistema” implica un elevatissimo rischio di morte per migliaia di veri poveracci: un rischio che deriva dalla stessa presenza delle navi Ong in quelle acque e che tutti conoscono. In particolare, lo conoscono i gestori e manovratori di quelle navi, che amano apparire come salvatori umanitari di vite umane e che, invece, sanno di essere complici oggettivi dei trafficanti e corresponsabili involontari, ma oggettivi, delle conseguenze spesso letali del loro traffico.
Aggiornato il 14 novembre 2022 alle ore 12:46