
Le “grandi firme” del giornalismo nostrano, coadiuvati dagli “amici” corrispondenti esteri, non hanno ancora somatizzato la pesante sconfitta politica ed elettorale del 25 settembre scorso, del loro schieramento di riferimento. Non accettano l’idea stessa che una donna di destra, non espressione dell’élite, possa essere a capo del governo in Italia. Le loro argomentazioni negli editoriali, ospitati nei giornaloni schierati a sinistra, sono prevedibili. Leggere uno degli articoli è come averli letti tutti. Sono buonisti, umanitari e sinceramente democratici, nonché profondi conoscitori del diritto della navigazione. Sorge il dubbio che i direttori, responsabili dei quotidiani, concordino il tema di giornata per picchiare duro sull’esecutivo. Le “preziose penne rosse” rispondono: “comandi” all’unisono. Lo stesso registro si nota nei programmi televisivi delle reti nazionali di Stato. I conduttori televisivi, palesemente faziosi, con ricchi contratti pagati profumatamente dal contribuente italiano, si esercitano a screditare l’esecutivo e i suoi ministri. Pur di andare contro il governo, a loro sgradito, si schierano a favore dei nostri detrattori esteri.
Le interviste che vengono fatte a selezionati “costituzionalisti alla carta” completano la strategia di comunicazione avverso i poteri legittimamente costituiti. Ancora una volta, la dimostrazione della loro faziosità si sta manifestando in ordine al braccio di ferro tra il governo italiano e le cosiddette Ong. Per costoro hanno ragione i comandanti delle navi che battono bandiera tedesca e norvegese. Inoltre, gli europeisti a prescindere, non possono non schierarsi a favore delle nazioni dove sono registrate le navi. Ha ragione la Norvegia che non riconosce alcuna responsabilità sulle navi che battono la sua bandiera in quanto sono “imbarcazioni private”. La Germania, dall’alto della sua autorità morale in fatto di umanitarismo, ha ragione se ordina al nostro Paese di far sbarcare i migranti anche se le navi battono bandiera di colore nero, rosso e giallo. Non vale nulla il diritto della navigazione che prevede che la nave è territorio del Paese dove la stessa è registrata. Bene fa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a tenere duro su uno dei principi cardine di ogni nazione sovrana: la difesa dei confini nazionali anche contro gli anti-italiani!
Aggiornato il 09 novembre 2022 alle ore 09:40