Con tutta la buona volontà, l’attuale rinnovato attacco della sinistra al Governo in merito agli sbarchi dalle navi Ong non si riesce a capirlo del tutto. O, meglio, si riesce a comprenderlo solo in chiave strettamente ideologica, ma con mille falle. Riassumendo la situazione, alcune cose sono chiare: da un lato, c’è gente che lascia il proprio Paese per avventurarsi in una traversata mediterranea dall’esito incerto e, dall’altro, l’accoglienza europea è ricondotta alla sola Italia. È inoltre vero che anche altri Stati accolgono i migranti, magari in misura maggiore del nostro Paese, e che gli approdi dal mare su terra italiana per mezzo di navi Ong sono solo il 10 per cento del totale, poiché il 90 per cento arriva da noi su imbarcazioni più piccole, di fortuna.

Di fatto, però, le misure restrittive del Governo riguardano quel 10 per cento e, dunque, non ha alcun senso parlare d’altro. Sarebbe come se l’avvocato di un automobilista, multato dalla polizia stradale per aver superato il limite di velocità, pretendesse che il proprio cliente venisse perdonato perché, tanto, mille altri automobilisti hanno superato il limite, facendola però franca. In effetti la sinistra, invece di occuparsi del destino che hanno le migliaia di migranti già accolti, proponendo semmai modalità di ospitalità più umane nei vari centri di primo rifugio, preferisce accusare il Governo di disumanità per il fatto di impedire a continue ondate di migranti clandestini trasportate dalle navi Ong di scendere a terra, come fossero sempre in alto mare in preda alla tempesta. Insomma, se 90 clandestini su 100 arrivano a terra con le loro sole forze – e, a quel punto, devono ovviamente essere soccorsi – mentre gli altri 10 su 100 viaggiano al sicuro su grandi navi e possono quindi essere più facilmente controllati, non si capisce perché questi ultimi, illegali quanto i primi, debbano essere accolti come se stessero affogando su un barcone qualsiasi in balia delle onde. Siamo di fronte a una ironia decisamente illogica, poiché il 90 per cento dei clandestini pone in essere un fatto compiuto illegale, mentre il 10 per cento chiede al nostro Paese di poter fare la stessa cosa, paradossalmente, con il permesso del Governo. La sinistra dovrebbe chiarire il punto centrale: è o non è illegale l’arrivo in Italia senza autorizzazione? E, dato che la risposta non può che essere “sì”, cosa propone di fare per evitare questo fenomeno?

A quest’ultimo proposito c’è da sottolineare che manchiamo di conoscenze che, invece, sarebbero indispensabili. In effetti, non sappiamo quale sia lo sviluppo del percorso che i migranti clandestini affrontano, ma l’ipotesi più plausibile è che una certa quota di essi lasci le coste africane con mezzi di fortuna, venendo però rassicurati dai ben pagati scafisti circa la buona probabilità di essere rintracciati dalle navi Ong. In definitiva, queste navi vagano nel Mediterraneo contando di reperire migranti e questi ultimi vagano a loro volta, contando di essere trovati dalle navi Ong. Il 10 per cento ci riesce, mentre gli altri devono fare affidamento sulla fortuna. Il quesito diviene allora: quanti si metterebbero in viaggio, se le navi Ong non ci fossero? E qui si inserisce un’ulteriore domanda, forse la più importante. È certamente vero che una parte dei clandestini fugge da effettive situazioni politico-economiche intollerabili, ma che percentuale rappresenta questa parte sul totale? La nostra epoca abbonda di indagini sociologiche e sondaggi sui temi più svariati, ma non sono a conoscenza di alcuno studio sulle reali motivazioni che spingono migliaia di africani o di un altro Continente a puntare sull’Europa e in particolare sull’Italia.

Al di là delle intricate questioni di diritto interno e internazionale, è sulle motivazioni della fuga dal proprio Paese – decisioni puramente soggettive o di oggettiva urgenza – che dovremmo fare chiarezza come presupposto per una politica di accoglienza dotata di senso. Mettendo da parte la preconcetta posizione, inammissibile in uno Stato di diritto, secondo la quale i confini del nostro Paese dovrebbero essere semplicemente ignorati per gli uni e tassativi per gli altri.

Aggiornato il 08 novembre 2022 alle ore 10:16