Principi e dogmi

Un governo è forte se la coalizione che lo sostiene rispetta pedissequamente il programma politico di legislatura sottoposto alla volontà degli elettori. Pacta sunt servanda! I patti con gli elettori devono essere rispettati. Su temi specifici, però, i partiti possono, e a mio avviso devono avere, sensibilità diverse. Perfino nei Paesi dove esistono due grandi partiti che si contendono il primato, nell’ambito degli stessi partiti esistono pareri diversi su alcuni aspetti della convivenza civile. I temi sociali, fatti salvi quelli prospettati in campagna elettorale, devono essere lasciati alla volontà del Parlamento e dei singoli parlamentari. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, qual è l’impegno che è stato assunto con gli elettori da parte dei partiti che sostengono l’esecutivo?

Fratelli d’Italia è “a fianco dei nostri alleati internazionali nel sostegno all’Ucraina di fronte alla aggressione della Federazione Russa”. Per la Lega si deve fare “una grande conferenza di pace che ridefinisca interessi e regole di pacifica convivenza”. Per Forza Italia, invece, “rispetto per gli impegni assunti nell’Alleanza atlantica, anche in merito all’ adeguamento degli stanziamenti per la difesa, sostegno all’Ucraina di fronte all’invasione della Federazione Russa e sostegno ad ogni iniziativa diplomatica volta alla risoluzione del conflitto”.

Le tre posizioni, rispetto al conflitto in corso tra la Russia e l’Ucraina, non sono sovrapponibili: è più assertiva la posizione di Fratelli d’Italia, meno impegnativa la posizione della Lega, più articolata la posizione di Forza Italia che, non solo si riferisce agli impegni assunti con l’Alleanza atlantica, ma fa esplicito riferimento all’adeguamento degli stanziamenti per la difesa riferendosi, credo, alla realizzazione di un esercito europeo. È politicamente sostenibile una differenziazione sulla politica da adottare per il nuovo esecutivo nei confronti della guerra in Ucraina? A leggere le posizioni dei partiti che sostengono il governo, sì.

Il problema si porrà quando si dovrà prospettare al Parlamento l’invio di nuove armi all’Ucraina. Occorreranno stanziamenti economici e finanziari che dovranno essere distolti dalle esigenze vitali del Paese e dei cittadini italiani. Cosa succede se gli Stati Uniti, dopo le prossime elezioni di midterm, dovessero mutare l’atteggiamento nei confronti di Volodymyr Zelensky? L’ipotesi è tutt’altro che remota. Per gli Usa non è raro un repentino mutamento di posizione. Gli ultimi sondaggi danno vincenti i repubblicani. Dunque, per i democratici, il rischio di perdere la maggioranza nella Camera dei rappresentanti e al Senato è molto probabile.

Resterà lo stesso l’atteggiamento di Joe Biden dopo i risultati elettorali? Il sostegno agli ucraini è costato al contribuente americano diverse decine di miliardi di dollari e alcuni leader statunitensi hanno manifestato insofferenza verso una guerra che sta costando troppo al contribuente americano. Anche nell’Europa dei 27 non c’è idem sentire nei confronti delle sanzioni contro la Federazione Russa. La politica deve agire in fretta per cercare una soluzione negoziata del conflitto russo-ucraino. Le situazioni possono rapidamente cambiare. In politica, i principi sono fondamentali. Non lo sono i dogmi!

Aggiornato il 02 novembre 2022 alle ore 10:23