Segnali positivi per il nuovo governo

L’inflazione galoppante, in tutto il mondo occidentale, ha costretto le banche centrali ad alzare i tassi d’interesse di riferimento, per cercare di raffreddare la crescita dei prezzi. È stata sicuramente più aggressiva la politica monetaria della Fed (Federal Reserve americana) rispetto alla Bce (Banca centrale europea), che ha operato incrementi dei tassi leggermente più blandi. Ciò nonostante, ancora l’inflazione non accenna a diminuire, anche in conseguenza dei prezzi delle materie prime e delle fonti per produrre energia. L’aumento dei tassi della Bce, per quanto ci riguarda direttamente, ha effetti importanti per ciò concerne la spesa per interessi che deve pagare l’Italia sul suo enorme debito pubblico.

Con l’uscita di scena “dell’affidabile” super banchiere Mario Draghi, molti temevano una crescita dello spread sui nostri titoli sovrani. Per i giornali schierati bastava la semplice presenza al comando del supertecnico per garantire gli investitori internazionali sulla solvibilità dei nostri titoli di Stato. La realtà delle cose è diversa da come viene rappresentata. Il governo Draghi non si è certamente distinto per politiche di risanamento del debito pubblico. Ha goduto di una serie di coincidenze positive quali: il rimbalzo del Pil post-Covid-19, l’extra gettito fiscale generato dalla crescita economica e dall’inflazione e nessun vincolo di bilancio da parte dell’Unione europea.

Purtroppo, il nuovo esecutivo dovrà gestire una situazione decisamente opposta al governo Draghi: probabile recessione o stagflazione, ritorno dei vincoli di bilancio e quindi una politica finanziaria sicuramente restrittiva. Tuttavia, ci sono degli elementi positivi che vanno considerati. Il governo guidato da Giorgia Meloni è politicamente forte, in quanto è espressione di un cristallino mandato popolare. E i mercati finanziari premiano i governi politici stabili. Il prezzo del gas ha cominciato a ritracciare. A tal proposito, un altro segnale positivo per il nuovo esecutivo è arrivato, poco prima dell’insediamento del nuovo governo, dall’Agenzia Standard & Poor’s (S&P Global Ratings), che ha confermato il rating “BBB” per l’Italia e ha confermato l’outlook stabile. Per i non addetti ai lavori, significa che è stata confermata una accettabile valutazione dei nostri Btp. “Chi ben comincia, è alla metà dell’opera”.

Aggiornato il 24 ottobre 2022 alle ore 10:29