
La compattezza della coalizione di centrodestra che si è presentata unita alle consultazioni al Quirinale ha spiazzato gli opinionisti di sinistra.
Nella riunione lampo durata pochi minuti, la delegazione ha all’unisono indicato al Presidente della Repubblica Giorgia Meloni come presidente del Consiglio dei ministri. La loro speranza di un inciampo dell’ultima ora, è risultata vana. Sergio Mattarella non si poteva esimere dal conferire l’incarico alla vincitrice delle elezioni politiche di una coalizione che ha ottenuto dagli elettori una chiara maggioranza nei due rami del Parlamento.
Giorgia Meloni ha accettato l’incarico e ha presentato la lista dei ministri. Stamattina la neo premier ha giurato insieme ai ministri al Quirinale nelle mani del capo dello Stato. Da oggi di fatto inizia il lavoro del nuovo esecutivo. Il nuovo Governo presieduto dalla Meloni assumerà la pienezza dei poteri con la scontata fiducia da parte dei parlamentari al Senato della Repubblica e alla Camera dei deputati. Non ci sono state soprese rispetto ai nomi della compagine ministeriale. Ottima la scelta della neo premier di proporre alla riunione del primo Consiglio dei ministri nel ruolo di vicepremier sia Matteo Salvini che Antonio Tajani. Scelta vincente perché rafforza la solidità del nuovo esecutivo.
L’avvio della diciannovesima legislatura non poteva essere migliore. Il Governo si è formato in tempi record, in barba alle presunte divisioni dei partiti della coalizione. Le critiche puerili da parte delle opposizioni, subito dopo l’ufficialità dei nomi dei ministri, rasentano il ridicolo. “È il Governo più a destra della storia repubblicana”. “Solo sei ministri donne nella compagine ministeriale”. La nomina di Eugenia Roccella farà regredire i diritti delle donne”.
Evidentemente le opposizioni non hanno ancora elaborato il lutto. L’Italia avrà da oggi un primo ministro donna senza aver usufruito delle “quote rosa”.
Aggiornato il 22 ottobre 2022 alle ore 13:33