
Tra Italia viva e Azione si registrano le prime prevedibili crepe. Matteo Renzi e Carlo Calenda sono troppo simili per andare d’accordo. Nonostante smentiscano i loro dissidi, la costituzione di un partito unico appare, al momento, di difficile attuazione. Eppure, c’è chi punta ancora sulla loro concordia. Raffaella Paita, capogruppo di Italia viva al Senato, assicura che i rapporti tra le due formazioni politiche siano “ottimi”. Intervistata dal Corriere della Sera, la renziana doc spiega che i due partiti “a novembre faranno una federazione per un progetto comune” e “hanno deciso che insieme si presenteranno alle elezioni europee”. A suo avviso, “avere due personalità forti come Renzi e Calenda non è un limite, ma un’opportunità”. Alle consultazioni non parteciperà però il leader di Italia viva. Paita assicura: “È tutto calcolato. La coalizione sarà composta da Carlo Calenda, Matteo Richetti, Teresa Bellanova e da me”.
Renzi farà invece “la dichiarazione di voto per la fiducia”. Naturalmente l’ossessione che accomuna calendiani e renziani riguarda il Pd. La senatrice torna così sulla mancata scelta di vicepresidenti delle Camere provenienti dal Terzo polo. L’incontro con i dem sul tema non c’è stato. “Il Pd – sostiene Paita – non ha mai voluto incontrarci. Io mi ero dichiarata disponibile. Ma quella ipotesi era un bluff. Avevano già chiuso l’accordo”. Il capogruppo di Azione alla Camera Matteo Richetti aveva invece rifiutato un incontro con il Pd. Nessuna divergenza, assicura Paita. “È stato un disguido”.
Frattanto, Renzi, per non smentirsi, attacca dem e pentastellati. In un post su Facebook, l’ex premier sottolinea: “Non era mai accaduto nelle precedenti legislature che una forza politica fosse totalmente cancellata dagli uffici di presidenza. Mai successo!”. Secondo Renzi, “eliminando noi dal voto in Aula i posti per le opposizioni paradossalmente sono scesi, passando da 14 a 12: Fratelli d’Italia ha avuto due segretari d’aula in più perché noi e il gruppo delle autonomie siamo stati costretti dall’arroganza pd-grillina a stare fuori dall’Aula. Come in campagna elettorale il Pd è stato dunque il miglior alleato della Meloni. Si chiama fuoco amico. E poi c’è ancora qualcuno che si domanda dove abitano i franchi tiratori?”.
Aggiornato il 20 ottobre 2022 alle ore 13:46