
Il risultato elettorale, per quanto vicino, è già un ricordo. Bello, sì, ma pur sempre un ricordo. O meglio, è la tappa iniziale di un percorso che possa durare più a lungo possibile: almeno questo è il sentiment dei protagonisti. Il centrodestra lo sa. E lo sa bene Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia, che ogni giorno centellina le parole di ogni suo intervento, è convinta che il suo partito e gli alleati siano consci della realtà delle cose, rappresentata da una sfida che si snoderà in una condizione davvero complicata, delineata dall’attuale quadro economico-sociale del Paese. Per questo, secondo Meloni, sarà fondamentale un Esecutivo “forte, unito e autorevole”.
Premessa a parte, la discussione in capo alla coalizione uscita vittoriosa dalla tornata elettorale del 25 settembre verte – manco a dirlo – su quella che sarà la squadra di Governo. La stella polare, indicata da Giorgia Meloni, è chiara: le decisioni prese dovranno essere in difesa degli italiani e non dovranno minare l’interesse della Nazione. Allo stesso tempo, l’orologio corre veloce: giovedì si insedieranno le Camere, poi sarà la volta della costituzione dei gruppi (tra il 17 e il 18 ottobre), a seguire le consultazioni al Colle, fino al conferimento dell’incarico per la formazione dell’Esecutivo. Il tutto potrebbe accadere anche nel corso del viaggio di Mario Draghi – 20 e 21 ottobre – a Bruxelles. Secondo i boatos, al termine del Consiglio europeo (il tema caldo è la crisi energetica) potrà giurare il successore dell’ex presidente della Banca centrale europea. Calendario alla mano e lista di ministri conclusa, Meloni vorrebbe chiudere per il 24 ottobre. Indicazioni in tal senso arrivano pure da Antonio Tajani. Il coordinatore nazionale di Forza Italia, intervenuto a Quarta Repubblica – su Rete 4 – spiega: “Credo che il nuovo Governo nascerà dopo il Consiglio europeo del 20”.
Sempre Tajani (il cui nome, da più parti, è accostato al dicastero degli Esteri, anche se per la Farnesina resterebbe calda pure la pista che porta all’ambasciatore Stefano Pontecorvo) in riferimento al toto-ministri, evidenzia: “I leader decideranno… non dobbiamo lavorare con il (manuale) Cencelli”. Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, nel frattempo ammette: “No, non farò il ministro. Faccio un altro lavoro”. Questa la fotografia, mentre la strategia che starebbe prendendo corpo vedrebbe quattro ministri in quota FdI e quattro in quota Lega, con il Carroccio che avrebbe anche la presidenza di una delle due Camere (più probabile quella di Montecitorio, con Riccardo Molinari in vantaggio su Giancarlo Giorgetti. Per il Senato sarebbe in pole Ignazio La Russa).
Il confronto, comunque, resta nel vivo. Tanto che entro breve, forse già oggi, potrebbero incontrarsi Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlsuconi. Tra i temi, anche i “tecnici” da inserire nell’Esecutivo: a naso, potrebbero essere di meno rispetto a quanto si vocifera al Bar sport. Dopotutto, a pensar male si sbaglia. Ma qualche volta ci si indovina.
Aggiornato il 11 ottobre 2022 alle ore 12:32