Pd, Borghi: “Surreale voler cambiare nome, congresso necessario”

Dopo la pesante sconfitta del 25 settembre, i dirigenti e i militanti del Pd vivono giornate di crisi permanente. Il dibattito imperversa. L’autocritica è obbligatoria. In questa fase, le posizioni in campo sono tre. C’è chi, come l’ex presidente dem Rosy Bindi, chiede lo scioglimento del partito. Poi ecco chi, come il deputato Roberto Morassut, vuole cambiare il nome. Infine, c’è chi come un altro “onorevole”, Enrico Borghi, invita a non drammatizzare troppo, ma invoca un “congresso necessario”.

In un’intervista al Corriere della Sera, Borghi, parlando della situazione all’interno dei dem sostiene la necessità di un congresso vero “che vada a fondo della nostra identità e della nostra difficoltà di fare i conti con la contemporaneità. Discutere di tempi e regole, anziché di politica, è già sinonimo di difficoltà. Le regole le abbiamo, applichiamole e soprattutto ritroviamo la nostra identità”. Borghi definisce “surreale” l’intenzione di voler cambiare nome “quando si perde. In democrazia succede, va cambiata la politica, non il nome”. E sulla candidatura del governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini alla segreteria spiega: “I nomi dopo la politica, please. Le leadership nascono dalla proposta politica e dalla battaglia per essa. Altrimenti è marketing, di cui non abbiamo proprio bisogno”.

Poi Borghi analizza i pentastellati, citando Leopardi: “A mio avviso va chiarita a fondo la natura dei Cinque stelle. C’è chi li ritiene il frutto delle magnifiche sorti e progressive del progressismo. Sin qui hanno tenuto un atteggiamento fortemente ostile al Pd, dentro una campagna elettorale che ha intrecciato Juan Domingo Perón con Achille Lauro. Ed ora si propongono di cannibalizzarci. Direi che serve un bel supplemento di riflessione”.

Anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala parla dell’ipotesi di cambiare nome e simbolo al Pd. “Credo sia l’ultimo punto di un percorso – dice – che deve nascere ben prima e che deve nascere sui contenuti e non guardando, come sento dire, ai 5 Stelle o al Terzo Polo. Mi auguro che il Pd guardi ad una linea che sia la linea del partito, se riesce ad identificarla. Poi arriveranno le alleanze, il nome e il simbolo. Ma in questa sequenza”. A chi gli fa notare che sui social c’è chi punta su di lui come prossimo segretario, Sala replica: “Con il sindaco sono due lavori incompatibili: il segretario del Pd è in giro per l’Italia tutto il giorno”.

In un intervento su Repubblica, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, sostiene che ora il compito del Pd sia quello di “fare opposizione in Parlamento. Perché le democrazie hanno bisogno di una maggioranza che governi e di una opposizione che proponga, controlli, e si prepari a governare”. Secondo Violante sarebbe in qualche modo sbagliato trasformare il Pd adesso. “La maggiore forza di opposizione corre il rischio della irrilevanza. Credo che una ponderata valutazione dello stato delle cose dovrebbe portare a costruire un’agenda delle priorità dell’opposizione, presentarla in Parlamento, discuterla nel Paese.

Frattanto, in una nota ufficiale si legge che la Direzione nazionale del Pd è fissata giovedì 6 ottobre dalle ore 10 nella sede del partito, in Via Sant’Andrea delle Fratte, 16 a Roma. All’ordine del giorno l’analisi del voto delle elezioni politiche e la discussione sull’avvio del percorso congressuale. La direzione sarà trasmessa sui canali Facebook e Youtube del Pd.

Aggiornato il 04 ottobre 2022 alle ore 16:44