
Il mondo va a rotoli? Allora, dovremmo ringraziare Vladimir Putin! Per due buoni motivi. Innanzitutto, senza il suo azzardo imperialista noi non ci saremmo mai accorti (per colpa inescusabile di Angela Merkel e della Germania) che, nel frattempo, da trenta anni a questa parte, eravamo diventati veri e propri schiavi (come accade ai tossicodipendenti con le sostanze psicotrope) delle forniture di gas russo a buon mercato. Per amore di queste ultime, abbiamo per ben due volte girato lo sguardo da un’altra parte, quando si è trattato prima di prendere duramente posizione contro l’invasione russa della Georgia nel 2008 e, poi, per contrastare l’annessione della Crimea nel 2014.
Però, quella che i nostri sequestratori germanici volevano farci credere come una tigre di carta, grazie alla manna degli eurogas, perché ammansita dall’inondazione di benessere occidentale e indissolubilmente legata al nostro carro dello sviluppo dai giganteschi flussi di esportazione di beni e di prodotti industriali occidentali (soprattutto tedeschi!) verso la Russia, si è invece rivelata per ciò che è sempre stato: un Orso inaddomesticabile!
Questo percorso fatto a ritroso dalla Storia europea ha messo violentemente a nudo il piano tedesco di (ri)conquista del Vecchio Continente, già militarmente fallita con la sconfitta nazista di Stalingrado. La gelida Berlino ha individuato nella disastrata economia dell’ex Urss del post-Guerra fredda uno spazio immenso di manovra per attingere a risorse praticamente illimitate di materie prime a buon mercato. Questa strategia opaca vedeva la Germania dare con la mano destra fiumi di denaro a Mosca per sostenere l’economia putiniana, per poi riprendersene la maggior parte con la sinistra, grazie all’enorme surplus tedesco nell’interscambio commerciale con la Russia!
Dopo il 1992, americani e tedeschi hanno deciso per pura, demagogica vendetta ideologica e per eccesso di egoismo geostrategico, di umiliare Boris Eltsin e di tenere ben lontana la nuova Russia dallo spazio politico europeo, annientando volontariamente in culla il sogno di una nuova, straordinaria alleanza tra Europa e Mosca, con il contestuale scioglimento della Nato!
Grazie al ricatto sul gas russo messo in atto da Putin, abbiamo iniziato di corsa a ridurre i nostri sprechi di consumatori energivori, in modo da ottimizzare i costi e i consumi di famiglie e imprese. Grazie a Mosca, ben presto toglieremo di mezzo quel meccanismo assurdo che ci fa pagare l’elettricità prodotta con il vento tale e quale all’attuale prezzo stratosferico del gas e, finalmente, mettendo i famosi “tetti”, faremo fuori quegli ignobili gnomi di Amsterdam che giocano a dadi con le vite di tutti i lavoratori e pensionati italiani e europei, scommettendo al buio sui rialzi dell’energia, grazie a quel meccanismo dei futures (contratti che danno diritto di comprare un bene in un determinato periodo, giocando così a monopoli con i rialzi di prezzo!) che sono vera e propria dinamite sulle nostre comuni speranze di crescita economica! Grazie a Putin, cioè, la Tartaruga della Ue è stata costretta a dire “che no, adesso basta!”, e a tirare fuori la testa da quel suo secolare carapace, che l’ha vista per 70 anni disarmata e vigliacca al riparo della Us-Army.
E così, con grande soddisfazione di scienziati e saggi, ci libereremo molto presto da decenni di demagogia “Green”, mettendo da parte la sua assillante retorica delle emissioni zero di CO2 per salvare l’ecosistema, in quanto proprio il movimento ecologista e quello suo complice dell’ultrasinistra hanno determinato il disastro mondiale dell’inquinamento da idrocarburi e dai combustibili fossili come il gas metano. E che cosa vuol dire “energie rinnovabili”? Forse, disseminare la terra di milioni di ettari di batterie solari che per la loro costruzione, manutenzione, sviluppo e smaltimento dei componenti esausti producono molta più CO2 di quanta ne risparmiano?
Oppure, della disseminazione nei mari e sulla terra di gigantesche pale eoliche che in assenza di vento producono “zero” energia pulita? Allora, come mai non c’è mai stato un solo pensiero green che abbia pensato di sfruttare le maree e il perpetuo modo ondoso delle onde dei mari? Potremmo risparmiare molti gigavatt semplicemente sviluppando i trasporti su ferro, in modo da spostare su ferrovia la maggior parete delle di merci che oggi viaggiano su gomma, mettendo per di più a punto motori a idrogeno per piccoli e grandi autoveicoli, in modo tale da azzerare in pratica le emissioni nocive da idrocarburi e liberare le nostre città dall’inquinamento.
Sì, certo: dobbiamo reinvestire e riorientare le nostre infrastrutture di trasporto verso soluzioni collettive (treni, navi e grandi porti), ma dovremmo contestualmente ragionare per trovare soluzioni equilibrate che offrano nuovi sbocchi occupazionali a decine di milioni di perdenti il loro posto attuale di lavoro, nell’automotive e nei servizi collegati (autisti, magazzinieri, autotrasportatori, benzinai).
Grazie alla Russia, abbiamo scoperto che il nucleare di ultima generazione non solo non produce emissioni inquinanti ma può benissimo sostituire le energie fossili, facendo dell’Europa un competitore assoluto rispetto alle altri grandi economie mondiali autosufficienti dal punto di vista energetico. Allora, prima o poi (meglio prima!) qualcuno dovrà pur interrogarsi su questi ultimi quattro decenni che hanno fatto del nucleare post-Chernobyl una sorta di mostro ecologico da seppellire e smantellare a tutti costi!
Qualcuno, cioè, dovrà storicamente fare, finalmente, i conti giusti e mettere sulla bilancia le ragioni palesi e soprattutto occulte che hanno fatto dell’umanità tutta la schiava delle multinazionali degli idrocarburi e, soprattutto, dell’immensa Spectre costituita da finanza internazionale, mercati speculativi, autocrati di tutte le risme che costituiscono la Cupola perversa e mondiale di coloro che controllano le risorse energetiche! Quanto è costata questa follia che ha scatenato guerre infinitamente peggiori di quella dell’Oppio per assicurarsi i giacimenti mondiali di petrolio e gas? Quel mondo ecologista alla Greta, del tutto fuori di testa, ha mai ragionato sulle sue obiettive complicità, quando ha lasciato che sceicchi, dittatori e autocrati avessero il monopolio del nostro futuro energetico, producendo infiniti più danni materiali all’ecosistema terrestre che il nucleare avrebbe praticamente azzerato?
Perché centinaia di milioni di giovani hanno sfilato per molti decenni contro l’installazione delle testate americane, dimenticandosi di chiedere lo smantellamento anche di tutte le altre, sovietiche e cinesi, e di puntare tutte le immense risorse così risparmiate sulla fusione nucleare che oggi, verosimilmente, sarebbe cosa fatta?
Partendo dall’ancestrale dualismo “amico-nemico”, rimane da stabilire il nome e cognome dei due soggetti collettivi che oggi ne assumono le vesti, in un clima in cui ci sono oggi due Nazioni in guerra tra di loro, mentre buona parte dell’Occidente (che pur non è “formalmente” belligerante) si trova per principio a sostenere materialmente l’aggredito e a sanzionare l’invasore.
Sennonché, accade che il sanzionato, approfittando del libero mercato, guadagni ben di più, pur vendendo molto meno gas di prima, a causa delle sanzioni che ne limitano le forniture. Così accade che il sanzionatore vada inesorabilmente incontro alla recessione, perché il suo sistema industriale è messo fuori gioco dai costi stratosferici delle nuove bollette energetiche. Eppure, non funziona così per tutti i Paesi della Ue, essendo alcuni di loro, come Norvegia e Olanda, produttori netti di materie prime energetiche.
Per non parlare dell’America. Allora, viene da chiedersi: come avrebbe agito uno Stato federale che si rispetti (e l’Ue è ben lontana dall’esserlo!) volendo attenuare una simile, forte sperequazione tra Stati poveri di risorse energetiche e quelli ricchi? La soluzione è semplice: per un tempo limitato (uno, due anni) un serio Governo federale avrebbe trasferito gli extraprofitti degli Stati produttori a sostegno di quelli maggiormente in difficoltà. Quanto ci vorrà all’Ue per diventare, finalmente, “adulta”?
Aggiornato il 08 settembre 2022 alle ore 09:37