Caro Gualtieri, il mondo ti (e ci) prende in giro

Il New York Times ha deciso di dedicare un lungo articolo sulla situazione catastrofica di Roma. Anche il quotidiano statunitense si è reso conto delle tante chiacchiere (e quasi nessun fatto) che stanno portando una delle città più belle al mondo verso il degrado più becero.

Che sia chiaro, amministrare Roma sarebbe un’impresa titanica per chiunque. E nessuno compie miracoli. Però, tutti i primi cittadini dovrebbero quanto meno avere l’accortezza di pesare bene le proprie parole prima di fare promesse semplicemente irrealizzabili.

Cerchiamo di fare una piccola sintesi dei fatti più salienti: il 18 ottobre 2021 Roberto Gualtieri viene eletto sindaco di Roma. Il 22 ottobre, intervistato da La Repubblica, il primo cittadino afferma perentorio che la sua priorità sono i rifiuti: “Ripuliremo Roma entro Natale. Rimuoveremo i cumuli di rifiuti, spazzeremo e puliremo le strade, sfalceremo l’erba e puliremo le caditoie. Il perno sarà Ama, ma ci saranno supporti esterni”.

Il 2 novembre 2021 sul sito ufficiale del Comune di Roma viene annunciato  l’avvio del Piano per la pulizia straordinaria di Roma. E se vogliamo essere onesti intellettualmente dobbiamo dire che nel mese di novembre e dicembre 2021 si sono viste molte più squadre dei cosiddetti operatori ecologici in giro per la Città Eterna e la situazione sembrava quasi ottimistica. Fino al 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, quando i servizi sono iniziati a risultare sempre più scarsi ed inadeguati.

Sorvoliamo sulle vicissitudini con l’Ama, con il balletto dei dipendenti malati guariti improvvisamente a fronte di immotivati aumenti di stipendio, solo perché “infilare il dito nella piaga” non mai utile.

Nei mesi estivi del 2022 la Capitale finisce imbrigliata dalla morsa del caldo cocente e degli incedi (dolosi o meno, ci penseranno le indagini a stabilirlo): non solo il sito di Malagrotta, ma tanti focolai sparsi per tutta la città tra cassonetti e sterpaglie in fiamme.

Il 18 luglio, i presidenti dei Municipi romani scrivono al Primo Cittadino chiedendo un intervento urgente data la situazione di massimo degrado raggiunto. Gualtieri risponde che basterà una settimana per uscire dall’emergenza.

Arriviamo così al 27 luglio 2022: l’assessore capitolino all’Ambiente e Ciclo dei rifiuti, Sabrina Alfonsi, commenta i risultati raggiunti: “Non ci sono più i cumuli attorno ai cassonetti, i contenitori vengono svuotati regolarmente, a ieri sera l’altro permanevano delle criticità nei Municipi XIV e XV dove ad oggi (ieri, ndr) sono già intervenuti gli operatori anche con le casse ragno, e in tutti i Municipi sono partite pure le squadre di spazzamento e di lavaggio, per garantire oltre al potenziamento della raccolta un notevole miglioramento sul fronte decoro”.

Sarà, ma i conti non tornano al punto che lo stesso quotidiano “amico” La Repubblica lo scorso 2 agosto lancia una pesante stoccata ad Ama e allo stesso sindaco con un articolo dal titolo esplicativo: “Ama, Gualtieri e quel vizio capitale degli annunci sui rifiuti”.

Insomma, è palese a tutti con non solo l’emergenza non è stata superata, ma sta peggiorando data anche l’assenza di interventi sgnificativi nella gestione del verde o delle aree protette degli animali selvatici (no, non vogliamo parlare dei cinghiali sempre per l’insegnamento prima citato).

Il 4 agosto quindi, il Primo Cittadino presenta il Piano Rifiuti di Roma, articolato in cinque punti sostanziali: “Daremo come termine per le osservazioni, dal 12 agosto al 30 settembre. Dal 30 settembre al 15 ottobre ci sarà la fase di revisione delle osservazioni. Il piano definitivo sarà quindi approvato con l’ordinanza del commissario straordinario, il 15 ottobre. Contestualmente saranno pubblicate le procedure di gara, per le manifestazioni di interesse di chi si vorrà candidare a realizzare gli impianti”.

Nel frattempo le strade continuano ad essere letteralmente invase da rifiuti; cinghiali, ratti e gabbiani spadroneggiano al punto da essere materia succulenta per i cronisti; la totale assenza di manutenzione del verde continua a mietere vittime al punto che anche influencer e attori “amici” iniziano a criticare una malagestione talmente palese da essere impossibile da ignorare.

E arriviamo all’apoteosi del 30 agosto quando la giunta capitolina si aumenta lo stipendio. È vero, sempre per amore di onestà dobbiamo dire che la delibera rappresenta la conclusione di un iter avviato a livello nazionale con un altro decreto legislativo del 2010 (il 156) per Roma Capitale. Ma davvero era prioritaria tale delibera rispetto a tutto il resto?

Perché la domanda rimane sempre la stessa, e in fondo è anche molto banale: se veniamo presi in giro a livello mondiale per la gestione della Capitale d’Italia al punto da far scomodare anche il New York Times, in nome di cosa i nostri teorici rappresentanti si autopremiano?

Aggiornato il 30 agosto 2022 alle ore 14:47