Voglio, dunque sono

Non fosse che il precipizio è davanti, ai lati, dietro e che ogni passo deve centellinarsi. Dei trapezzismi odierni potremmo sorridere, come facciamo quando i pagliacci si muovono su corde sospese, ma non è una faccenda seria. Disgraziatamente, è una faccenda serissima, quella odierna, nei rapporti tra le nazioni.

Interroghiamoci. Tutti ormai siamo obbligati alla politica. Si identifica al modo radicale con la sopravvivenza dell’umanità, non soltanto corporea, anzi mentale. Sta accadendo uno slittamento verso la guerra. Non conflitti limitati, ma lo scontro bellico. L’umanità in guerra, anche i non volenti, giacché si tratterebbe di una guerra all’ultimo atomo, nucleare, planetaria. Sembrava che la bomba avesse estromesso la guerra atomica per la distruttività così imperativa e universale, che esclusivamente dei fuorusciti da manicomi criminali potevano minacciare o cagionare.

No. Ogni giorno, ogni ora, la minaccia atomica incombe. Un minimo di serietà. Umanità, sei stanca di sopravvivere? C’è per te qualche interesse superiore all’esistenza, cortesemente puoi indicarmelo? Il dominio dei mercati? Vendere armi? Vendere petrolio e gas? Controllare, dominare, obbligare? Cortesemente, perché mi fai rischiare la semi-dissoluzione di tanta gente che vuole respirare e godersi il mare e gli alberi e l’amore dei figli e la donna o l’uomo. E lo sguardo fedele dei cani e degli intelligenti pappagalli? A chi dà prurito l’esistenza di tanta gente? Crede di ottenere dominio, distruggendo? Di risolvere la disoccupazione, sminuendo le persone? Di riconquistare il dominio annientando le potenze avversarie? Umanità… hai perduto l’attrattiva della coesistenza? Credi giunto il momento di “Io e nessuno”, dove “Io” è “una” potenza e solo una della rappresentanza umana?

L’obiezione, in tali casi, è immediata: se qualcuno ci vuole, asservire dobbiamo sottostare perché potremmo soccombere guerreggiando? Mai. E in ogni caso è una decisione etica e morale, collettiva e individuale. Ma non bisogna ingannare. Fingere che corriamo il rischio dell’essere sottoposti, quando siamo noi a voler sottomettere e temiamo la coesistenza in concorrenza con gli altri. Coesistenza in concorrenza: sarebbe, è la soluzione. E per scendere al terra-terra: ma che peccato originale ha la Russia, se possiede materie prime convenienti per l'umanità e utilissime all'Europa?

Ciò infastidisce, fin troppo, gli Stati Uniti, che magistralmente hanno spezzato i rapporti tra Europa e Russia, rovinando di sicuro l’Europa e sperando di annientare la Russia. E si badi: questo ben avanti al conflitto ucraino, gli Stati Uniti da anni ribadivano che mai avrebbero consentito il Nord Stream 2 che univa la Germania alla Russia senza transitare per l’Ucraina! E, non soddisfatti, tentano di attrarre nel conflitto la Cina. Qualcuno sa indicare vantaggio minimo? E di chi?

Eppure, stiamo attraversando questo svolgimento a qual fine lo ignoriamo. Colpa degli Stati Unti? No. Colpa di una mentalità inadeguata a coinvolgere tutta l’umanità stessa in scopi mondiali, ciascuno come può e per sue strade, però conviventi: gli spazi, i pianeti, la colonizzazione dei deserti, lo sfruttamento del fondi marini, le migrazioni oltremondane.

Sogni? No. Scopi. L’uomo vive, se ha degli scopi. Altrimenti, si fa guerra anche per mancanza di fantasia. Pensate, se invece di dedicare tante cifre alle armi le dedicassimo alla fusione nucleare che modificherebbe le sorti umane! O siamo capaci di immani utopie o siamo capaci di cimiteri di ex uomini. Eppure, forse stiamo nella pantomima, uno sfoggio pavonesco di potenza per intimidire l’altrui pavoneggiarsi.

Quel che avviene di sicuro è la determinazione dei comportamenti, mediante la reiterazione informativa degli strumenti di comunicazione e, più recentemente, la possibilità di infiltrare minuzie orientabili all’esterno. L’uomo diventa un passaggio di impulsi e allo stimolo esterno risponde un nostro comportamento. Il baratro di tale evenienza sta in ciò: qualsivoglia società potrebbe essere diretta dall’esterno, purché un gruppo riesca a guidarla. Mi chiarisco: faccio agire l’altro come voglio io ma l’altro crede di agire di suo, ignorando che sono io ad impulsarlo. Basta una scheggia immessa e relazionata con determinazioni esterna ed è fatta.

L’uomo diventa un telegrafo senza fili. A tal punto, la disputa tra le forme sociali diventa parolosa. Si giunge all'incredibile: ottengo il consenso altrui mediante interventi tecnologici ma tu credi di agire di tuo. La democrazia è rispettatissima (e condizionatissima). Dunque? Dunque, oltre la guerra, una regressione bestiale da proporsi in circostanze estremissime. Oggi l’orrore è il condizionamento naniforme, una cosetta nel corpo e la mente mia diventa tua. È il concreto risultato di quella formulazione che viene usata, ignorandone il significato teorizzato. “Empatia”: io che divento te e tolgo a te stesso, io sono più te di te (leggere e capire il testo che la definisce). Se dobbiamo decidere su noi stessi, almeno che siamo noi… a decidere da sé. A questo punto, la vera guerra è salvare la libertà non solo politica ma biologica, senza la quale la libertà politica è un segno di mano nel buio notturno. Sia che sia: umanesimo e pace attiva, e ciascuno decida se vuole e sa decidere da sé.

Aggiornato il 30 agosto 2022 alle ore 17:21