
Siamo in condizioni insostenibili, false e falsificate, dovute a una illusione occidentale. Non siamo minimamente critici verso noi stessi, non è vero che ci critichiamo all’eccesso. Valga la realtà. Da che nasce il caos odierno? Dal sospetto che i grandi potentissimi dominatori occidentali, specie quelli americani, temono: cioè che non lo saranno in futuro.
Libertà e democrazia non sono le mire occidentali. Lo fossero, non avremmo abbandonato l’Afghanistan, non cercheremmo di ristringere le relazioni con l’Arabia Saudita ma soprattutto non avremmo permesso alla Cina comunistissima di diventare imperialistica. Ecco il punto del crollo della leggenda di un Occidente difensore della libertà e della democrazia. Finché i comunisti cinesi restarono obbedienti al capitalismo, vennero “investiti”. Non lo furono quando, laboriosi e pazienti come sono, iniziarono il “loro” capitalismo concorrenziale. Fu allora che scoprimmo che erano comunisti! Una menzogna disastrosa, perché gli Stati Uniti non sanno che fare, alla lettera. Vivono di sfide d’accatto, di oltraggi vacui, per mostrarsi capaci di umiliare la Cina, ma nella sostanza non sanno come impedire la diffusione del commercio cinese. È evidente la presa della Cina su molti Paesi. E da ultimo i rapporti con la Russia, una moneta alternativa, il ritiro dal mercato statunitense.
Similmente con la Russia. In tal caso, però, il timore statunitense fu e resta doppio. Gli Stati Uniti non temono soltanto la Russia ma anche il rapporto della Russia con l’Europa, fondamentalmente con la Germania. Un collegamento tra Russia e Germania trascinerebbe con sé l’Europa! Saremmo la maggiore potenza sulla nostra amatissima Terra, anche o soprattutto sul palcoscenico culturale.
In tale recita vi è una guerra non meno grave del conflitto delle armi. Russia ed Europa sono civiltà estetiche. Addirittura, noi abbiamo trasfigurato la religione in arte! Gli Stati Uniti non hanno fondamento estetico ma utilitaristico-tecnologico. Non hanno una identità “classica” da difendere, sono aperti a ogni possibilità transgenica-robotica, purché dia utile e potenza. Noi senza arte non saremmo capaci di sopravvivere.
Gli Stati Uniti volerebbero! È il loro “genio”. Libertà e democrazia sono al servizio di questo “genio” tecnologico-utilitaristico che accoglie. Vuole il nuovo purché utile, quale esso sia. Al dunque, il “genio” americano ha suscitato una propulsione titanica. Ma siamo pervenuti a un bivio: se oltrepassiamo le apparenze unitarie, dobbiamo decidere se la civiltà estetica europea abbia un futuro. Occorrerebbero statisti coltivati e umanisti. Perché siamo ben oltre la salvezza dell’economia (fondamentale). Si tratta di salvare la nostra civiltà, la quale ha l’ancoraggio nella libertà, nella democrazia e nel mantenere soprattutto il valore espressivo (arte), senza la quale è concessa la libertà a pecore mangiaerba.
Occorre modificare e rigirare il paradigma: un diluvio di classicità. Diversamente, ci inoltriamo nel transgenico e nella tecnocrazia, credere che la potenza dell’uomo risieda nelle invenzioni, in quelle più alterative dell’uomo e della natura, purché inoltrino la potenza. Senza minimamente chiudersi all’indispensabilità “strumentale” della tecnica la vita, il sentire, l’umano dell’uomo è nell’arte (casualmente giorni fa ho visto un quadro religioso di Filippino Lippi. Inesauribile, concentra la maggior potenza di tutte le esplosioni in quanto a favorire la gioia di vivere, che è la vera potenza).
La tecnica imbocca la strada, una delle strade, quella della perversione. Non dobbiamo esaltarne la potenza, quale essa sia. Ma renderla strumento dell’umanesimo. È necessario rifondare la differenza tra fini e mezzi, senza la quale lo stesso uomo può diventare mezzo del suo mezzo, un oggetto di esperimenti transumani a prova di quali effetti possiamo suscitare. L’Europa ha una tradizione umanistica, che dovrebbe renderla munita dell’uomo e della natura come oggetto di sperimentazioni genetiche. Questo può valere per società che nascono come potenti nella tecnica, non avendo altra potenza. Ma la potenza quale che sia e il mutamento come cancellazione ci farebbero perdere noi e non conquistare altro.
Se qualcuno ritiene che l’antitesi con la Russia costituisca la salvezza dell’Europa, sappia per certo che affliggerà la Russia, sgominerà l’Europa. Vi sono nemici della Russia che sono pessimi amici dell’Europa. L’antitesi Europa/Russia è malefica per entrambe. Tanto per aggiungere un tocco di “materialismo” allo scontro di civiltà, vantare l’indipendenza dalle forniture energetiche russe con forniture più costose da altri Paesi svela che vi sono amici del Vecchio Continente ben collocati per rovinarci. Un momento assiale
Aggiornato il 26 agosto 2022 alle ore 11:54