Chi va a votare dopo vaccino e guerra?

Sinceramente è improbabile che gli italiani vadano a votare. È difficile. Vi dico perché. Per Mario Draghi saremmo dovuti scomparire senza vaccino, vaccino su cui ha posto la coercitiva obbligatorietà oggi smentita, in lungo e in largo, da sentenze e numerosissimi ricorsi e cause legali contro. Diciamolo una volta per tutte: il vaccino obbligatorio è stato ed è anti-costituzionale. Aver detto, in sostanza, “o vaccinati o morte” rimane un vulnus tanto ingiustificabile quanto ineliminabile.

Lo Stato per mezzo del Governo di Draghi – non eletto da nessuno – ha disposto decreti illegittimi che hanno inciso sulla salute pubblica. Conseguenza di ciò è la profonda disaffezione verso lo Stato e le sue istituzioni, che minacciano il bene fondamentale della salute, da parte dei cittadini. Ogni singolo partito che si propone oggi ha acconsentito a tutto ciò, esortandolo e imponendolo esattamente come ha fatto Draghi. Enrico Letta, Beppe Grillo, Carlo Calenda, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, sono stati i megafoni di questa illegittimità politica, incostituzionale. Li dovremmo votare? Li potremmo votare? Non credo.

Questo già basta a rendere improbabile una vaga presenza alle prossime urne settembrine. C’è tuttavia di più. La guerra e il conseguente problema del gas, vale a dire razionamenti e stato di guerra. Su Joe Biden cominciano ad addensarsi notevoli nuvole. In pratica, ha trascinato il mondo occidentale contro il suo nemico, la Russia. Ma questo nostro mondo è in grado di continuare a volere, a sopportare e supportare questo stato di cose? Questa guerra ricorda i conflitti coloniali, che sono stati fatti per affermare il predominio dell’Occidente nel mondo.

Adesso lo scenario è diverso. Il predominio non si afferma con le armi quanto, piuttosto, per mezzo delle economie, dei trattati e delle convenzioni internazionali. Si tratta di un fondamentale passo avanti che, per quanto discutibile – si pensi al trattamento fatto alla Grecia dalla nostra stessa Europa – ci sottrae agli strumenti più beceri e offensivi esistenti: le armi. La guerra contro la Russia che invaso l’Ucraina può, al contrario, prendere pieghe impensabili, trascinandoci dentro la fine del mondo. Bisogna chiudere il conflitto quindi, evitando che slitti nell’irrecuperabilità. Le elezioni statunitensi possono rappresentare un migliore cambio di prospettiva, speriamo dunque arrivino presto.

Evidente anche in questo caso che, difficilmente, il cittadino italiano sgomiti verso le urne di fine settembre per perseverare in una politica sbagliata a livello mondiale, errata a livello europeo, pessima a livello nazionale. Bisogna provare a ricostituire la fiducia che i cittadini italiani possono nutrire nelle loro – proprie – istituzioni. Sarà difficile, finché le cose resteranno così.

Aggiornato il 25 agosto 2022 alle ore 12:11