Riforma del contenzioso civile: verso il giusto processo

Diverse volte ho avuto modo di denunciare quanto la certezza del diritto in Italia fosse minata dall’eccessiva durata dei processi e in particolare di quelli civili. Una lentezza che, oltre a minare la giustizia, compromette la nostra economia, in quanto, se viene meno la certezza di ricevere giustizia nel far valere un credito da parte di un’azienda, la stessa non può non valutare di non investire nel nostro Paese. Questa anomica procedura giudiziaria ha danneggiato tanto la nostra credibilità giudiziaria, quanto la possibilità di fare impresa in Italia.

Con il Pnrr sono stati imposti degli obiettivi che hanno indotto il nostro Parlamento a velocizzare l’attuazione della riforma della giustizia civile, con diversi innovativi e radicali cambiamenti. Invero, il 28 luglio scorso sono stati approvati dal Governo dei decreti legislativi di attuazione della legge delega numero 206, approvata dal Parlamento nel 2021, inerente alla riforma della giustizia civile e all’Ufficio per il processo. Tutto ciò nel rispetto di quanto previsto dagli impegni presi con il Pnrr, allo scopo di concretizzare finalmente il principio costituzionale di ragionevole durata del processo, con riti meno complessi e più celeri.

In modo schematico riporto, di seguito, le principali innovazioni procedurali:

– ulteriore valorizzazione della procedura di mediazione tramite incentivi fiscali e l’estensione della negoziazione assistita con la presenza degli avvocati nei contenziosi di lavoro e potenziamento dell’arbitrato;

– nella prima udienza la causa dovrà essere definita sia nelle domande che nelle eccezioni e sia nelle prove;

– ulteriore semplificazione della fase decisoria, con l’innovazione determinata dall’utilizzo di strumenti telematici che verranno usati in modo ordinario;

– al giudice di pace verrà aumentata la sua competenza;

– il tribunale in composizione collegiale svolgerà le sue funzioni in casi ulteriormente ridotti;

– introduzione del rinvio pregiudiziale in Cassazione, in modo tale che il giudice di merito, qualora dovesse decidere una questione di diritto di difficile interpretazione e suscettibile di reiterazione, dopo aver provocato il contraddittorio tra le parti potrà sottoporla direttamente alla Suprema Corte per la sua risoluzione;

– introduzione di ulteriori tutele processuali a difesa dei minori e delle donne vittime di violenza;

– introduzione di un immediato coordinamento tra le autorità civili e quelle penali, insieme alle forze dell’ordine;

– introduzione del Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, affinché si impedisca la moltiplicazione di cause, con la creazione di regole uniformi riguardo al giudizio dei minorenni.

Inoltre, per aumentare le prestazioni degli uffici giudiziari in particolare e dell’Amministrazione della giustizia in generale, e per rendere fattive le riforme di carattere processuale, con la riduzione della mole di cause in corso e il gravoso arretrato giudiziario, secondo quanto previsto dagli obiettivi del Pnrr, è stata prevista una sistematica regolamentazione dell’ Ufficio per il processo, con la sua estensione alla Corte di Cassazione e alla Procura generale presso la Corte di Cassazione e agli uffici di merito del settore penale.

Da questo schema soprariportato si evince quanto la politica nostrana stia cercando di legiferare delle riforme che possano velocizzare la tempistica dei nostri processi civili, affinché finalmente un cittadino possa avere fiducia nel rivolgersi al potere giudiziario per ottenere giustizia secondo una durata ragionevole del processo, come stabilito dai principi della nostra Carta costituzionale. Il percorso si presenta molto arduo e pieno di insidie e ostacoli, ma ciò non può esimerci dal riconoscere quanto questo primo passo sia stato fatto nella direzione giusta, con la speranza che nel concreto sia realmente efficace per raggiungere gli obiettivi prefissati, tutti riassumibili in un unico concetto, ormai latitante da troppo tempo in Italia, ossia la certezza del diritto.

“Ius est ars boni et aequi” (Celso)

Aggiornato il 22 agosto 2022 alle ore 10:17