
La legge elettorale conosciuta come “Rosatellum”, con la quale si andrà al voto il 25 settembre, potrebbe essere incostituzionale su almeno cinque punti. Lo sostiene un gruppo di giuristi siciliani che già nel 2018 aveva sollevato varie questioni di illegittimità costituzionale in un giudizio davanti al Tribunale di Messina. Il gruppo dei professionisti è guidato dall’ex senatore liberale, Enzo Palumbo e comprende l’avvocato Andrea Pruiti Ciarello, coordinatore dei comitati per il No al referendum sul taglio dei parlamentari.
Il Tribunale aveva rigettato le questioni sollevate ma la decisione è stata impugnata due anni fa presso la Corte d’appello. Una decisione ancora non c’è: “Dal gennaio 2020 a oggi – dicono i ricorrenti – la Corte d’appello non è riuscita a decidere se le questioni sollevate meritano di essere vagliate dalla Corte costituzionale. Una lunghissima serie di rinvii d’ufficio, istanze di anticipazione dell’udienza e nuovi rinvii d’ufficio dimostrano, se ve ne fosse necessità, che la giustizia in Italia non funziona”.
“Il risultato – concludono – è quello di andare nuovamente a votare, il 25 settembre, per il rinnovo del Parlamento con una legge elettorale che, secondo i ricorrenti, presenta i medesimi vizi dell’Italicum, la legge elettorale che la Corte dichiarò incostituzionale nel 2017”.
Una nuova udienza per la decisione della Corte d’appello è fissata per il 12 settembre ma oggi (ieri, ndr) gli avvocati Palumbo e Pruiti Ciarello hanno depositato un’altra richiesta di anticipazione, nel tentativo di ottenere il rinvio degli atti alla Corte costituzionale prima dell’avvio della campagna elettorale.
Aggiornato il 25 luglio 2022 alle ore 12:27