La Legacy di Mario Draghi
Che cosa accade quando cadono le Stelle (di governo)? Non grandi cose, nell’ordine dell’Universo, dove gli astri morenti (come accade, qui sulla Terra, a proposito della vita e dei suoi cicli biologici) nutrono con i loro resti l’industria cosmologica della fecondazione di nuove stelle, a partire da immensi pulviscoli di particelle e detriti. Tuttavia, questa epocale crisi del Governo Draghi di (dis)unità nazionale ci interroga ben oltre le apparenze. In premessa, occorre sottolineare come nessuno dei grandi guru della stampa mainstream, italiana e soprattutto internazionale, abbia dato in precedenza, né di certo lo farà a partire da domani, risposta adeguata all’interrogativo posto in tivù dal collega Paolo Mieli. Ovvero: “Che cosa è accaduto in Italia negli ultimi dieci anni?”. Per rispondere, infatti, bisogna sollevare il pesante velo di ipocrisia (simile a quello del Cristo Velato di Sansevero) che nasconde verità ben più imbarazzanti di quelle che stanno dietro all’ormai consueta commedia all’italiana del teatrino politico nazionale. Il fulcro è, in grande sintesi, questo.
Dal 2011, a decidere su chi governa l’Italia non è più stata la volontà popolare, ma il potere commissariale che promana da Bruxelles e custodisce la sua cassaforte monetaria nella Banca europea di Francoforte. Ed è questo convitato di pietra che si è assunto il compito sovranazionale di salvaguardare a tutti i costi la tenuta dell’euro, creando nel breve termine vere e proprie sabbie mobili lungo il percorso sempre accidentato dei populismi e dei sovranismi nazionali. In ultimo, non fidandosi in nulla dei politici italiani, ha fortissimamente voluto l’insediamento di Mario Draghi a Palazzo Chigi per tutelare l’andamento a buon fine delle riforme di sistema, assolutamente necessarie per l’utilizzo di centinaia di miliardi del Next Generation Eu, messi a disposizione dell’Italia.
Ed è su queste ultime, impossibili riforme, che si è assistito alla Caduta degli Dei, perché nessuno (a meno che non si chiami Xi Jinping e abbia 1,4 miliardi di fedeli confuciani, che credono nel merito e nella responsabilità sociale di ogni singolo individuo) è in grado di scardinare le sequenze quasi illimitate di poupées russe e di scatole cinesi, posti alla base del ginepraio inestricabile di interessi che intercetta e indirizza, disperdendoli in una miriade di rivoli incoerenti ed egoistici, l’immenso flusso delle risorse pubbliche, grazie a politici e pubblici amministratori compiacenti e asserviti, che hanno finora accumulato qualcosa come 2.700 miliardi di debito pubblico! Questa Troika impersonale e senza volto ha, di volta in volta, vestito le sembianze di Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte (I e II) e, infine, Mario Draghi.
Tutti presidenti del Consiglio, quelli citati, che sono andati a Palazzo Chigi tramite accordi e manovre di potere, in corrispondenza e in risposta a un esito elettorale che non aveva individuato una chiara maggioranza parlamentare, e con il persistente rifiuto da parte dei presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella, di sciogliere a ripetizione le Camere per andare nuovamente alla verifica della volontà popolare.
E, in questi ultimi dieci, lunghi anni, nessuno che abbia proposto di mettere mano a una legge elettorale confusa e pasticciona come quella attuale che, però, sulle candidature da (e darà nel prossimo settembre!) un distopico e totalitario potere discrezionale alle Segreterie politiche dei sopravvissuti partiti della Seconda Repubblica, e ai leader dei così detti “partiti padronali”. Ma, se questa Troika Velata è stato il ventriloquo dei Poteri Forti internazionali, in quale Corpo politico si è incarnata per portare a buon fine tutti i suoi obiettivi strategici non dichiarati? Semplice: le sue occulte missioni hanno costantemente marciato sulle gambe del Partito Democratico, alfiere convinto della Globalizzazione, delle frontiere aperte ai migranti e della dittatura del Politically correct, di derivazione americana.
Questa disponibilità del Pd di fare da fido e fedele portatore della Voce del padrone di questo immenso potere planetario senza volto, ha avuto il suo bel corrispettivo nell’accesso, sempre e comunque, a tutte le stanze del potere sia del Governo italiano, che della Commissione e del Parlamento di Bruxelles. E, in questa scia, gli eredi di Botteghe Oscure hanno associato ai loro destini e condiviso l’immenso potere così usurpato con una serie di vassalli, che vanno dalla galassia centrista e della sinistra ex comunista, per finire con il Movimento cinque stelle, un vero “utile idiota” con il suo 33 per cento dei voti elettorali del 2018.
E, qui, le creature di Grillo-Casaleggio si sono rivelate degli abilissimi mercanti da Kasba della politica, rinnegando tutto l’odio anti-Pd, antieuropeo e antieuro, per accomodarsi sfacciatamente, e in ben tre Governi di seguito, nella coabitazione con gli ex nemici per occupare le adorate stanze dei bottoni, dalla quali, pur di non allontanarsene, hanno stretto patti anche con il diavolo berlusconiano, alleandosi con lui nell’ultimo Governo di salute pubblica. Questo solo per rispondere al giallo di “Chi è stato l’assassino del Governo Draghi”, dato che il Pd non ha avuto il coraggio di proporlo e sostenerlo a spada tratta come candidato alla Presidenza della Repubblica italiana, pur di non violare un oscuro patto giallorosso con il vendicativo Giuseppe Conte.
L’ultima, mortale coltellata Draghi l’ha ricevuta dal cordialissimo Bruto-Letta quando lo ha ascoltato in esclusiva dopo le sue dimissioni al Senato, per capire se si potesse andare avanti (come da richiesta compatta del centrodestra “di governo”) con un Governo Draghi-bis, senza i Cinque stelle. Figurarsi il terrore conseguente dipinto nello sguardo di Letta, che ha visto la proposta Draghi come il becchino prematuro del suo agognato Campo largo che, guarda caso, aveva come armenti e popolo-bue proprio la “mandria” grillina, guidata dai due pastorelli Letta-Conte incaricati di ricacciare sulle montagne e il più a lungo possibile il lupo della destra meloniana e del sovranismo leghista.
Come finirà? Con ogni probabilità si assisterà al massacro del tutti-contro-tutti, visto che il numero delle poltrone parlamentari si è ridotto di un terzo e che l’attuale legge elettorale, il Rosatellum, privilegia le coalizioni di comodo (e non di grandi principi!), ampliando così la protesta silenziosa del voto di astensione, per poi rinnovare le stesse spine del 2018 per Mattarella, a causa della mancata individuazione di una chiara maggioranza di governo. Tuttavia, la vera risposta da dare alla domanda da cento pistole di Paolo Mieli non è la descrizione di che cosa ci sia sopra e sotto (soprattutto) all’attuale disastro politico italiano.
No, la risposta drastica sta in una radicale revisione della Balance-of-Powers così come è stata sancita nella Costituzione del 1948 e oggi divenuta totalmente obsoleta, per non essere minimamente in grado di mettere la briglia al caos della globalizzazione e al drammatico confronto (per noi al momento perdente) con le Iperleadership degli autocrati alla Xi Jinping, in cui il leader cinese è oggi, come lo sarà anche domani, il vero, grande avversario planetario dell’Occidente. Ma, sull’argomento di una nuova Costituzione si dovrà pur tornare a parlare, per dare una soluzione istituzionale a questo sistema politico fuori controllo.
Aggiornato il 22 luglio 2022 alle ore 11:27