Sgombero Valle Fiorita: FdI chiede chiarezza

Subito chiarimenti e risposte immediate a una serie di interrogativi che verranno illustrati in commissione Trasparenza sia a livello comunale che municipale. Fratelli d’Italia è in prima linea sullo sgombero dell’ex clinica Valle Fiorita di Roma, edificio situato nel quartiere di Torrevecchia, nella parte nord-ovest della città.

I consiglieri dell’Assemblea capitolina, Federico Rocca e Rachele Mussolini, insieme ai consiglieri di FdI del Municipio XIVStefano Oddo, Alberto Mariani e Valentina Torresi – attendono lumi sull’iter relativo all’occupazione (decennale) dello stabile. Una struttura, dicono, “con persone appostate sui tetti e altri impegnati in turni di vedetta lungo il perimetro della stessa”.

Poi l’affondo: “Agli occupanti, invece di essergli comminate le pene per i reati commessi, l’Amministrazione a guida Partito Democratico ha dato in dote degli alloggi popolari. Come è possibile – si domandano – che siano state assegnate delle abitazioni a persone che contravvengono alla legge e per giunta neanche inserite nelle liste per l’assegnazione? Chi ha identificato e censito questi individui, considerando che a maggio del 2021, durante un’imponente operazione delle forze dell’ordine, non era stato possibile effettuare alcun censimento, in quanto gran parte degli occupanti non erano presenti? Gli occupanti – insistono – nella stragrande maggioranza extracomunitari, avevano tutti la residenza nel territorio di Roma Capitale?”.

Federico Rocca, inoltre, sottolinea: “Lo sgombero è eseguito nel momento in cui il Campidoglio trova una soluzione diversa agli occupanti abusivi. Ovvero un’altra sistemazione, in modo tale da non avere persone in strada. Dal punto di vista sociale può anche essere cosa corretta. Ma significa pure che l’Amministrazione, non avendo altri immobili se non le case comunali, per sgomberare una occupazione abusiva, di fatto, “consegna” alloggi popolari agli occupanti abusivi. Questa cosa ricade, in modo particolare, sulla graduatoria composta da quelle persone che, nonostante abbiano i requisiti, sono ancora in attesa di una abitazione da parte del Comune”.

Ancora Rocca: “Se provieni da una occupazione abusiva, e c’è lo sgombero, hai una casa. Sennò stai in graduatoria e aspetti. L’occupante abusivo, a nostro avviso, non ha titolo proprio perché abusivo. Il paradosso, poi, è che se presenti domanda per una casa popolare o dell’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale del comune di Roma), non deve risultare che sei un occupante abusivo di un immobile comunale o dell’Ater stesso, altrimenti decadi dalla graduatoria. Se sei occupante abusivo tout court, invece, hai la possibilità di una sistemazione a seguito di uno sgombero. Tale sistema – termina – è un impazzimento. E rappresenta un danno per chi, da tempo, aspetta un alloggio popolare. L’indicazione dello sgombero, quindi, avviene solo se c’è una alternativa alloggiativa: questa cosa si sta rivelando un boomerang. Lo sgombero va eseguito se non viene rispettata la legge. E se non è rispettata la legge, non deve esserci alcuna corsia preferenziale o di privilegio. Insomma: non devono esserci scorciatoie”.

Il consigliere municipale Alberto Mariani, da par sua, evidenzia: “Dopo 10 anni l’immobile verrà riconsegnato al legittimo proprietario. Di per sé quella che sembrerebbe essere una buona notizia, purtroppo, rappresenta l’ennesimo schiaffo in faccia ai romani e a chi crede nella legalità. Il messaggio lanciato dall’amministrazione targata Partito Democratico è chiaro ed inquietante: chi mostra i muscoli, chi si impossessa illegalmente di un immobile, chi contravviene alle leggi dello Stato, avrà come premio un alloggio a spese della collettività. In barba a chi, povero scemo, ha acceso un mutuo a 50 anni e, soprattutto, a chi ingenuamente aspetta da più di un decennio in graduatoria l’assegnazione di un alloggio popolare”.

Aggiornato il 19 luglio 2022 alle ore 11:59