
Davvero gli italiani pensano che la situazione a fine settembre possa essere miracolata dal voto? Che d’incanto le stelle illuminino il Parlamento, che il latte e il miele scorrano nel Po al posto dell’acqua, che l’Europa, i russi, gli euro-russi e gli euro-americani continuino a supportare e sopportare una nazione guidata (eviterò ingiurie) da bambini egoisti? Ancora credete al grido “al voto! Al voto!”? Davvero un Giuliano Amato, preso in mezzo da sinistra e destra, potrebbe prendere il posto di Mario Draghi, meglio di Draghi? Davvero credete a Pier Luigi Bersani, a “Travagghio”, a Matteo Salvini, a Vladimir Putin, a Massimo D’Alema, a Massimo Cacciari, ai sindacati e agli anti-sindacati? In tal caso a settembre – quali siano i partiti vincitori – ci saranno sempre i soliti sconfitti: gli italiani. La colpa è di chi non vota, di chi vota male, di chi – pur pensando alle cose giuste da fare – si fa turare la bocca da chi spara deiezioni a tutto spiano addosso a tutti.
Tanto per dire: a ottobre avremo da pensare a riscaldare case, scuole, ospizi e far funzionare auto e i macchinari nelle fabbriche. Serve il gas liquido Gnl. Ebbene, a Piombino Lega, Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico, Fratelli d’Italia e Rifondazione sfilano uniti nella lotta contro una nave che rigassificherebbe il Gnl in rada. Questi sono i partiti, oggi, e che dire degli elettori che non vogliono vedere che tutte le proposte dei partiti sono sbagliate, perché nessuno di questi avrà mai il coraggio di dire che non c’è più pane nel cassetto, se non si va a zappare il campo? Non si tratta di buttare via il bambino con l’acqua sporca, fregandosene della partitocrazia o – peggio – della politica. Ma non si può più credere a chi racconta favole belle, peggiori di quelle che illusero Ermione sotto la pioggia, nel pineto fatale.
No, la politica è troppo importante per i nostri beni materiali, immateriali e per i nostri figli. Perciò dobbiamo contribuire a una politica realistica e capace di dire la verità. Rischiamo di ricordare questa estate, in cui non ho mai visto così tanti turisti e così tante Ferrari, Porsche, Bmw, Chevrolet, yacht, con i ristoranti stipati come cimiteri alla fine di una guerra e con le strade molto più intasate di quando la benzina costava un euro, come l’estate che precedette il crollo in Borsa del 1929 o come quella del 1940, quando Benito Mussolini disse che l’imperativo era “Vincere! (e vinceremo)” alla folla plaudente. Ecco perché si deve puntare non sull’ennesimo babbeus ex machina ma sul Governo meno peggiore, senza abboccare a chi dice “abbiamo sconfitto la povertà” oppure “noi metteremo le cose a posto”. Evitiamo, infine, di restare discepoli di quei politici e opinionisti che additano a ogni ora un colpevole da impiccare.
Si deve invece pensare alle “lacrime e sangue” che Winston Churchill proclamò agli inglesi. Parole realiste che resero possibile la vittoria delle democrazie sulle dittature, e un'economia solida per almeno 50 anni. Si dovrebbe immediatamente ridiventare responsabili e mangiare il frutto dell’Albero del Bene e del male, quello che si trovava al centro del giardino dell’Eden, per essere quello che già siamo, senza far finta di essere bambini per sempre innocenti. No: nell’Eden di quando mangiavamo i frutti sugli alberi non si può tornare. Possiamo però cercare, e trovare, una buona terra da lavorare. Questo si può fare, se ricominciamo a distinguere con i nostri occhi e la nostra intelligenza ciò che è bene e ciò che non porta da nessuna parte, se non verso pesanti guai.
Aggiornato il 19 luglio 2022 alle ore 10:12