La drammatica messinscena dei grillini

Ve li ricordate quelli dello streaming a tutti i costi? Quelli per i quali il Palazzo doveva essere trasparente a tutti i costi, quasi a essere aperto come una scatoletta di tonno? Sono gli stessi della consultazione degli iscritti a tutti i costi Insomma, quelli “Vaffanculo” al mondo circostante che escludevano ogni alleanza con chicchessia: quei “duri e puri” che poi sono finiti a governare prima con la Lega di Matteo Salvini, poi con il Pd (al grido dì “mai con quelli di Bibbiano”), quindi con Lega, Forza Italia, Pd e compagnia sonando.

E oggi, per motivi inspiegabili ai più, sono stati lì a provocare una crisi di governo giustificabile soltanto con la campanella, quella che l’attuale leader (?) dei pentastellati fu costretto dagli eventi a passare nelle mani dell’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi: chiamasi vendetta e nulla più.

Nel corso degli anni la rappresentanza in Parlamento dei “tonnaroli” si è assottigliata e anche il leader maximo (tal Beppe Grillo, per gli amici Il Supremo o L’Elevato) dimostra quanto può essere stanco di essere il garante di una realtà che non è più tale. Soltanto qualcuno del Pd si ostina a sostenere un “campo largo” che dovrebbe far sorridere soltanto a pronunciarne il nome. Oggi ci ritroviamo invece a essere ostaggio di una drammatica messinscena priva di coerenza e credibilità.

Aggiornato il 18 luglio 2022 alle ore 17:51