
“In Regione Lazio chiedo al centrodestra di individuare al più presto il prossimo candidato governatore e lasciarsi alle spalle l’era Zingaretti. Ricominceremo dalla Regione Lazio, dove si può e si deve vincere”.
Matteo Salvini rompe gli indugi: il leader della Lega chiama il giro e tenta di scuotere il silenzio in seno alla coalizione sui papabili nomi in vista della corsa alla Pisana del prossimo anno, mentre nel centrosinistra fischia il vento e infuria la bufera.
“Un nome non c’è, per ora”: questo il refrain. È pur vero che ci sono, però, delle considerazioni in atto che dovranno essere affrontate. Il comune denominatore è quello che porta a un profilo politico, di un candidato forte che possa essere gradito alle varie forze d’area e che sia in grado, ovviamente, di conquistare il podio più alto. Fratelli d’Italia, da par sua, gode del gradimento sul territorio (le percentuali parlano chiaro). Un gradimento maggiore rispetto a Lega e Forza Italia. Tempo fa, come nome, è spuntato il capogruppo alla Camera di FdI, Francesco Lollobrigida, che per il momento avrebbe fatto un passo indietro (salvo sorprese). FdI, allo stesso tempo, secondo qualcuno potrebbe allontanarsi dall’obiettivo del Lazio pur di mantenere Nello Musumeci in Sicilia. E a quel punto la palla passerebbe a Lega e Forza Italia. Una extrema ratio è quella di un candidato di alto profilo o civico, qualora la scelta non dovesse cadere su un candidato politico “di spessore”. Ma i numeri per questo ultimo scenario, a oggi, sono dello zero virgola. Inoltre, l’attuale numero di consiglieri regionali di FdI (sette) sarà un aspetto da non sottovalutare al momento della discussione che, a quanto pare, avverrà tra settembre e ottobre. Comunque, non prima dell’autunno (“magari prima”). Perché, dopotutto, sarà necessario osservare con dovizia di particolari il quadro di tutte le Regioni che andranno al voto, con un occhio attento anche a Sicilia e Lombardia. Eventuali rotture, o conferme, potrebbero ribadire o cambiare determinati equilibri.
Nel calderone, peraltro, ci sono anche altre questioni. La Lega, come espresso anche dalle parole di Salvini, chiede di velocizzare i tempi per poter godere di una personalità che possa vincere. “Basta errori” ripete qualcuno, ricordando gli esempi del passato, dalla candidatura di Stefano Parisi alle elezioni che vedono la vittoria a Roma di Virginia Raggi (Movimento Cinque Stelle), con una Giorgia Meloni in gara “troppo tardi” e un Alfio Marchini che chiama a sé le altre anime d’area. In sintesi: un centrodestra spaccato. Senza dimenticare Enrico Michetti, personalità caldeggiata da FdI alle ultime Amministrative romane, ma che “non ha avuto charme nell’elettorato”. Anche – e ritorna pure il qui il concetto – perché in corsa con un discreto “ritardo”.
In tale quadro, infine, non possono passare sottotraccia le dinamiche nazionali. Dinamiche che, giocoforza, influenzano i tavoli del confronto: “È un problema se non c’è un dialogo in alto, considerate o no le presenze nel Governo”. La volontà, però, è quella di vedere un cambio di rotta. Per giungere allo stesso punto, per dare un segnale e per essere d’accordo su mister (o miss) X. Senza rancori: “Chi sarà? Se esiste un nome, chiedete ai vertici”.
Aggiornato il 14 luglio 2022 alle ore 14:36