Dopo la tragedia della Marmolada e la preoccupante situazione del Po, il Consiglio dei ministri ha deciso di riunirsi oggi alle 18 per deliberare lo stato d’emergenza per la siccità. Un grido di allarme che arriva da tutto il Paese, soprattutto a nord, mentre la situazione al sud Italia sembra leggermente migliore.
“Se le temperature arrivano a 39 gradi come oggi, anche noi saremo costretti a dichiarare lo stato di calamità per parte del territorio della Toscana”, è di oggi la dichiarazione di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana che si accoda alle richieste già in atto di altre Regioni come la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, l’Umbria e il Lazio.
Il Tevere ha registrato il livello più basso dal 1996, la situazione dell’Aniene, come quella del Sacco, è tragica e i livelli dei laghi di Nemi e Bracciano sono davvero preoccupanti.
La palude di Colfiorito, un’area naturale protetta incastonata tra le montagne dell’Appennino umbro-marchigiano (il più piccolo parco regionale dell’Umbria) rischia di scomparire. L’acqua si è quasi prosciugata del tutto e questo mette a rischio anche le diverse specie di uccelli che nidificano in quei luoghi.
Secondo l’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi) oggi tutti i grandi bacini naturali del nord sono sotto media rispetto all’anno scorso. A giugno 2021, il lago di Garda e quello di Iseo erano quasi al colmo di piena come il Maggiore, che al momento ha la metà del volume d’acqua registrato solo 12 mesi fa.
Nel Mezzogiorno la situazione sembra migliore. In Sicilia la situazione rimane sotto controllo e con qualche incremento dei volumi negli invasi. Anche in Basilicata si registra un incremento moderato dei bacini. E in Campania non si ravvisano al momento problemi dal punto di vista idrico, se non nella parte settentrionale della regione.
Aggiornato il 05 luglio 2022 alle ore 11:12