Elezioni: il centrodestra vince (dove corre unito)

A doverlo dire, sembra quasi di scoprire l’acqua calda: il centrodestra, se corre unito, vince. L’incipit è doveroso, osservando i dati maturati nell’ultima tornata delle Amministrative. Elezioni che, a loro volta, mettono a referto i nuovi equilibri all’interno della coalizione. Non a caso, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia commenta: “FdI esce vittoriosa e a testa alta. Il lavoro sul territorio e per i cittadini, la coerenza e la serietà vengono ripagati. Come sempre, non deluderemo i tanti italiani che hanno scelto di riporre in noi le loro speranze. C’è il ritorno di un sano bipolarismo: il centrodestra sia chiaro, compatto e alternativo alla sinistra. Questo ci chiedono gli elettori. FdI cresce ovunque con dati molto significativi. FdI è la forza-traino del centrodestra”.

Centrodestra compatto

Repetita iuvant. Il centrodestra compatto porta a casa – al primo turno – Genova, Palermo, L’Aquila. Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore di Forza Italia, in una intervista al Corriere della Sera dà questa lettura del voto: “Il centro è e resta determinante. Infatti, i candidati moderati, vedi Marco Bucci e Roberto Lagalla, sono i più vincenti. Prima di pensare a chi arriva prima, dobbiamo pensare a creare una coalizione vincente. Per il premier c’è tutto il tempo, oggi è solo un esercizio retorico. Vinciamo le elezioni e poi troveremo la persona migliore per governare. Peraltro, è il Presidente della Repubblica che dà l’incarico, non lo decidiamo mica noi oggi”. E ancora: “Non pensiamo a nessuna federazione, a nessuna fusione, a nessuna lista unica. Non c’è nulla di tutto questo in vista. Noi pensiamo a rafforzare il centro”. Infine, il commento sui risultati di Forza Italia: “A Palermo siamo il primo partito, a Gorizia, ad Asti andiamo molto bene, siamo ovunque sempre essenziali per vincere. Siamo in linea con i nostri risultati del passato alle Amministrative, perché in moltissimi casi siamo presenti anche con nostri esponenti nelle tante liste civiche, che in questo tipo di elezioni prendono tanti voti. Nessuna particolare preoccupazione, la tenuta c’è".

Il Matteo-pensiero e la gioia di Giorgia

“La Lega è il collante della coalizione”. Matteo Salvini palesa sicurezza: “Il centrodestra vince solo se unito”. Tutto giusto, visto pure che a Verona e Catanzaro la coalizione divisa andrà al ballottaggio. Però è altrettanto vero che il sorpasso di Fratelli d’Italia fa rumore in via Bellerio. E Giorgia Meloni non può che mostrare i muscoli: “Il centrodestra si conferma competitivo, qualche problema in più ce l’hanno dall'altra parte. Non si può non notare l’enorme calo di consenso del Movimento Cinque Stelle che non raggiunge la doppia cifra da nessuna parte. La principale forza che sostiene il Governo Draghi non esiste più nella nazione. Credo che ci si debba davvero interrogare se tenere ancora in piedi questo Governo e questo Parlamento”. Dello stesso tenore sono le parole di Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera: “Fratelli d’Italia cresce dappertutto rispetto alle Amministrative di cinque anni fa. Al di là della riconferma della gran parte dei sindaci che presentavamo sin dal primo turno e comunque con la possibilità di avere nuovi risultati importanti”, si tratta di un dato che “dimostra anche una crescita come partito, in tutta le città in cui il centrodestra sta vincendo. FdI è prima o seconda forza della coalizione, quasi dappertutto è prima forza della coalizione”.

Flop a Cinque Stelle

Un dato incontrovertibile è quello relativo al flop dei Cinque Stelle: dove è presente il simbolo, le percentuali fanno rabbrividire. A Genova vediamo un M5S passare dal 18,4 per cento a poco più del quattro per cento. A Padova leggermente sopra l’un per cento. E a Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle, non resta che masticare amaro: “Sicuramente è un dato che riscontro, giro l’Italia e molti vivono con sofferenza il nostro appoggio al Governo”. E in colloquio con Il Fatto quotidiano rimarca: “Non si stacca la spina al Governo per un tornaconto elettorale. L’alleanza con i dem non c’entra nulla, il problema è tutto interno a noi. Il M5S non riesce a stare sui territori. Dobbiamo fare ammenda, siamo in ritardo sul completamento dell’organizzazione. L’importante è l’orizzonte politico del fronte progressista, le cose da fare, come il salario minimo. E poi le alternative quali sarebbero?”.

Letta che ti passa

Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, dice la sua. In una intervista al Corriere della Sera, nota: “La ricerca dell’unità non ha alternative, con questa legge elettorale maggioritaria e con il taglio dei parlamentari vincerà l'alleanza democratica e progressista o il centrodestra”. Poi la constatazione: “Il tema non è escludere o mettere veti. Questa destra la battiamo solo con le alleanze. Lo dico soprattutto a Carlo Calenda, che è stato eletto con il Pd più volte. C’è una destra competitiva e forte, vinciamo solo se uniti”. E sul Movimento Cinque Stelle, chiosa: “Hanno tradizionalmente difficoltà alle Amministrative non avevo particolari aspettative. Ragioneremo con loro”.

Aggiornato il 15 giugno 2022 alle ore 09:45