
Qual è il contenuto dei quesiti referendari sulla giustizia e perché bisogna augurarsi la vittoria dei Sì? Lo spiega l’avvocato Nicole Vinci nel Focus “Referendum giustizia: le ragioni del Sì”.
Il focus ricostruisce i contenuti dei quesiti – relativi alla riforma del Consiglio superiore della magistratura, la valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere, i limiti agli abusi della custodia cautelare e la legge Severino – e spiega quali sarebbero le conseguenze di un’eventuale vittoria dei Sì.
I quesiti – spiega Vinci – si sovrappongono in parte alla riforma di Marta Cartabia: “Il Parlamento, dunque, una volta approvati i referendum, potrebbe o decidere di farsi carico del loro esito e modificare la riforma Cartabia in modo corrispondente o proseguire con l’approvazione della riforma così com’è, con il rischio che i promotori del referendum azionino un contenzioso. Si potrebbe obiettare che, a questo punto, votare rischia di essere inutile, ma non è assolutamente così. A dispetto delle intenzioni riformiste della ministra Cartabia, è ben possibile che – in seguito alle modifiche parlamentari – la sua proposta di riforma venga annacquata o che addirittura il Governo lasci cadere il disegno di legge delega o traduca in norme precettive solo una parte della delega. Quindi, una vittoria dei Sì – in particolare nei primi quattro quesiti, relativi al funzionamento della giustizia – può rappresentare sia un pungolo, affinché Parlamento e Governo proseguano sulla via della riforma, sia un paracadute nel caso in cui essa dovesse, per qualunque ragione, interrompersi”.
Aggiornato il 10 giugno 2022 alle ore 09:48