
Giuseppe Conte vuole destituire il grillino Vito Petrocelli. Via dal suo ruolo di presidente della commissione Esteri del Senato. E fuori dal Movimento cinque stelle. Il presidente pentastellato non usa mezzi termini. Il filo-putiniano “Petrocelli è fuori dal M5s senza se e senza ma. E per quanto riguarda la sua permanenza in commissione noi siamo per la sua decadenza: purtroppo come avete saputo non ci sono strumenti per farlo. Faremo in modo con altre iniziative indirette di farlo decadere”. Il leader M5s è fermo nella sua decisione. Dopo le ultime esternazioni di Petrocelli in favore dell’invasione russa dell’Ucraina, il destino del presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama sembra segnato. D’altro canto, ottenere le sue dimissioni si sta rivelando più difficile del previsto.
“Non sono un esperto del Regolamento del Senato – sottolinea – però siamo disponibili a valutare con le altre forze politiche tutte le iniziative per far decadere Petrocelli. Per noi non può più essere il presidente della commissione Esteri del Senato”. Conte, alla domanda se sia stata formalizzata la procedura di espulsione, replica: “Abbiamo avviato tutte le pratiche affinché sia fuori dal Movimento e dal gruppo del Senato. Si deve pronunciare il collegio dei probiviri che si è appena insediato” .
L’idea è quella di portare avanti la candidatura di Ettore Licheri, l’ex capogruppo al Senato che lo scorso autunno si era pure ricandidato alla guida del gruppo grillino di Palazzo Madama. Lo promuove l’ex premier. Ma Licheri oggi non fa parte della commissione Esteri. Per cui andrebbe spostato lì dalla sua attuale commissione Politiche dell’Unione europea.
Frattanto, Conte, a margine di un convegno della Uil, torna a rimarcare la propria contrarietà all’invio delle armi in Ucraina. “Come M5s – afferma – siamo assolutamente contrari a un’escalation militare perché significherebbe ulteriori sofferenze e carneficine. Quindi siamo contrari ad armamenti sempre più letali. Non è questione della tipologia dell’armamento ma dell’indirizzo politico: se è quello di difendersi o di contrattaccare. Per intenderci, siamo contrari ad armi sempre più letali, sempre più pesanti: carri armati non ne vogliamo inviare”.
Aggiornato il 29 aprile 2022 alle ore 17:52