
“Dico sì, per salvare la Giustizia”. Giulia Bongiorno fa il punto della situazione dalla prospettiva leghista. La riforma attende il primo via libera alla Camera martedì prossimo. L’obiettivo è trovare un accordo all’interno della maggioranza sul Csm. “La proposta della Lega”, spiega la senatrice del Carroccio in un’intervista al Corriere della Sera, “era il sorteggio dei candidati scelti tra tutti i magistrati con determinati criteri di anzianità, assenza di condanne o altro”.
Secondo Bongiorno, “è l’unico meccanismo che consente di recidere il cordone ombelicale”, quello “tra eletto e corrente che lo ha sostenuto: un vincolo di gratitudine che poi pesa nelle scelte del consigliere”. Poi però è arrivata una proposta che Bongiorno definisce “ibrida”.
La senatrice leghista sostiene che la “ministra Cartabia ha cercato una mediazione. Il sorteggio è rimasto, ma privo dei requisiti principali. Avevamo la bandierina, ma era inutile e poco seria”, aggiunge. “Avremmo potuto far saltare il tavolo – rivela la responsabile Giustizia della Lega – ma per salvare quel po’ di buono che c’è nella riforma, l’abolizione di nomine a pacchetto e il fascicolo del magistrato, ho dato l’ok”.
A proposito di eventuali profili di incostituzionalità della proposta leghista, la senatrice rilancia: “La Costituzione si può cambiare. Avessimo agito con tempestività avremmo risolto – dice – ma, vista l’eterogeneità della maggioranza e il poco tempo, abbiamo proposto di sorteggiare gli elettori”. Rispetto alla minaccia di sciopero contro la riforma da parte dell’Anm, Bongiorno non ha dubbi: “È una reazione spropositata. Non è la riforma di una parte, ma di quasi tutti. Così l’impatto è limitato: il Csm va demolito e ricostruito”, dice.
Aggiornato il 22 aprile 2022 alle ore 14:11