Discutiamone “scientificamente”

Esiste una vera e propria civiltà europea con delle connotazioni peculiari non riscontrabili in altre civiltà. queste caratteristiche vengono dall’antichità classica, la Grecia e Roma, alle quali si sono aggiunte il cristianesimo ed il laicismo sia liberale sia socialista. Il fulcro di queste componenti dà luogo ad una civiltà che esalta la bellezza, il valore della persona singola, la coscienza della morte individuale, l’importanza della scienza, la pluralità delle scelte ideologiche e religiose, la separazione tra filosofia e religione, diritto e religione, chiesa e stato, e la duplice coscienza nazionale ed europea.

Tutto ciò nell’arco del tempo, come se ogni epoca e civiltà contribuisse con dei valori differenziati a costituire l’insieme dei valori connotativi, appunto, dell’Europa. Per esemplificare, la Grecia ha fissato in Europa il valore dell’arte, Roma il valore dell’impero, il Cristianesimo il valore dell’uguaglianza, il liberalismo la tutela della libertà, il socialismo, la giustizia sociale. Non tutti questi elementi sono presenti nelle altre civiltà, mentre sono presenti in tutte le nazioni europee. La civiltà islamica non separa la religione dallo stato, la civiltà induista è in gran parte ancora erede delle caste (almeno nella mentalità), ed ha scarsa propensione alla differenziazione religiosa.

Ma è nel terreno culturale che l’Europa è ampiamente unita, sia nelle correnti culturali sia nei grandi creatori, sia nei personaggi che ne costituiscono i miti fondativi, da Ulisse ad Elena, Don Chisciotte, Amleto, Don Giovanni, Faust, personaggi inventati che rappresentano l’animo dell’europeo. Al dunque, l’Europa dovrebbe prendere coscienza di questa sua unità di valori culturali e operare di conseguenza come civiltà europea dentro le singole nazioni, non come pluralità di nazioni disgiunte dall’Europa che invece recano dentro di sé. L’Europa è più unita... dell’Unione Europea. Unita come civiltà europea. Vi sono altri popoli, altre società che assumono rilevanza per l’Europa. un paese è interno ed esterno all’Europa, la Russia, l’altro paese è esterno ma interno all’Europa, gli Stati Uniti.

Se non risolviamo il rapporto con tali paesi rischiamo di essere presi dall’Africa e dai popoli musulmani, sopratutto demograficamente. Non mi stancherò di continuare a scrivere che dobbiamo riaprire relazioni con la Russia, sperando che il Cremlino voglia ancora l’ancoraggio con l’Europa. Stiamo mostrando eccessiva prosopopea etnocentrica. Il mondo è vasto, chi ha materie prime ha sempre acquirenti. È necessario prenderne atto. Se poi l’oro diverrà fondamento monetario negli scambi o monete specifiche il dollaro perderà consistenza. La scelta di punire gli avversari, i nemici, da parte degli Stati Uniti, ha come risultato che l’economia europea verrà, viene anchilosata. Tra gli effetti delle punizioni contro avversari e nemici vi è anche la guerra. Chi crede che le sanzioni si fermino alle sanzioni, sbaglia.

La politica degli Stati Uniti è coerente, ha una logica. Vogliono impedire che la Russia cresca con il denaro occidentale. Da questo si deduce che: se l’Europa cessa i rapporti con la Russia, la Russia decresce. E l’Europa cresce? Non pare. Vi è alternativa alla Russia? Non sono gli Stati Uniti l’alternativa economica alla Russia. Allora? Essere almeno coscienti: utilizzare ogni vicenda, inventata o reale, per dannare la Russia e sanzionarla ha un risultato inevitabile, la guerra. Vogliamo la guerra o rischiamo la guerra per compiacerci del nostro osare come per il sesso estremo, o per dare una lezione. Non corre giorno dove non aumenti la soglia di spregio e contrasto. Si vuole il risultato o si finge? Nella sfera della comunicazioni abbiamo vinto o ingaggiato battaglie e guerre. Gli Stati Uniti vogliono la guerra (tanto per dire), noi vogliamo la guerra, in quanto giusta e giustificata giacché la Russia vuole conquistare l’universo e noi dobbiamo e vogliamo impedirlo. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo la guerra.

O si vuole veramente il conflitto, o misuriamo atti e parole. La via attuale di aumento della offensiva bellica e sanzionatoria non soltanto prolunga la guerra, ma la amplia. Solleva l’intensità. Vogliamo combattere? Almeno che sia una deliberazione e non un effetto indesiderato. Si tratta di chiarezza. A rischio è sopratutto l’Europa. Questa avrà gravosi danni in ogni caso. Il passaggio nei rapporti con la Russia ad altri rapporti è traverso. Il passaggio alle energie alternative, conseguenza ulteriore della guerra, sarà lungo e avrà bisogno delle energie passate, energie che ci giungeranno dagli Stati Uniti e costeranno notevolmente. Si rafforzerà l’ostilità contro l’Europa, considerata sottomessa agli Stati Uniti. Si potenzierà l’alleanza contro gli Stai Uniti e l’Europa.

Quale area potremmo accedere e forgiare noi europei? Basta essere alleati degli Stati Uniti? Discutiamone “scientificamente”. Il ritrovato spirito atlantista, la ritrovata unità, salveranno l’Europa? Dalla risposta a questo punto di domanda ne verrà il collocarci nei meandri della storia, dal presente a noi, con l’Ucraina e la Russia, siamo pendolanti. C’è un modo di stabilizzarci e stabilizzare non pervenendo allo scontro finale? Il divieto di avere sbocchi con altri e l’aggiunta perpetua di proibizioni è una condanna anche per noi europei? Discutiamone da europei. il divieto di rapporti economici con la Russia e con la Cina sembra concepito per danneggiare gli europei, mentre viene gridato a gran voce che danneggia la Russia.

Ma Mosca spazia altrove, ecco l’imprevisto: il mondo non è composto soltanto da Europa e Stati Uniti. Scopriamo che può fare a meno di noi. Pessima scoperta. Gli Stati Uniti cercano di agguantare il controllo, di restare coloro che sanzionano, impongono, dirigono. Stanno ottenendo la scappatoia di grandi paesi che non vogliono sottostare, si considerano figli maggiorenni. Soltanto gli europei restano osservanti, pare. In cambio della obbedienza, la protezione militare, anche a costo di qualche danneggiamento economico? Anche al costo di giungere ad una guerra intra-europea o universale? Non esiste una via meno dannosa? Perché questa ci danneggia. Non esigiamo atti di fede.

Dopo la fede nei vaccini, anche la fede nelle sanzioni o addirittura nella guerra trasforma il cittadino in credente. Ma noi siamo in uno stato liberale, si discute con opinioni differenziate. Perché ignorare la ricerca di alternative se è certo che la via che stiamo calpestando reca danno economico e forse guerra estrema? Qualcuno crede che rechi vittoria? Di che genere? Fino ad oggi, non è stato così. E poiché, come dicevo all’inizio, vi è in Europa la separazione tra Chiesa e Stato, non regrediamo al cittadino come fedele credente. Non trasformiamo lo Stato in una Chiesa. Se combattiamo per la libertà, rispettiamola noi.

Aggiornato il 11 aprile 2022 alle ore 13:09